venerdì 9 novembre 2012

- Confronto fra Aretino, Burchiello e Berni

In che cosa si burlano dei precetti rinascimentali?

17 commenti:

  1. Kristian Galanti (parte 1)

    La trattatistica irriverente: analisi della trattatistica che si prende gioco di se stessa.

    Dal diffuso ragionamento sull’antico, collocato in un nuovo principio di imitazione, nasce il genere più proficuo e sviluppato del XV°/XVI° secolo, ovvero la trattatistica. Il trattato diviene così il genere principe di questo periodo in quanto è suo intento formale quello di colmare la natura ontologica dell’uomo rinascimentale come “dialogatore”, sempre alla continua ricerca del confronto e del dialogo con i suoi contemporanei. La trattatistica assume quindi in questa ottica delle tematiche profondamente collegate alla ripresa della fisicità umana nella realtà fenomenica, oppure il ragionamento politico, le quali sono a loro volta espressione di un sempre più diffuso ideale umanistico-rinascimentale.
    Vi è però un particolare tema della trattatistica quattro-cinquecentesca che mette alla berlina la trattatistica stessa, proponendo un ribaltamento delle prerogative amorose oppure liriche dei periodi precedenti. Alcuni autori propongono quindi una branca comico-satirica di questo genere che in alcuni casi si andrà a definire come “poesia burlesca”, dal tono irriverente ma al contempo innovatore, che accosta oggetti e fatti della quotidianità in modo imprevisto e sorprendente.
    Pietro Aretino, considerato quanto mai licenzioso per l’epoca, ribalta le sorti dell’amore platonico oppure di quello cortese, lo stesso che proponeva quasi una idealizzazione dell’amata, facendosi portavoce prevalentemente di sonetti lussuriosi, per i quali divenne famoso, ma anche di apprezzati ragionamenti. Uno dei maggiori esempi di critica all’amore sentimentale è un suo componimento intitolato “Dialogo in cui la Nanna insegna a la Pippa, sua figliuola, l’arte puttanesca”, in cui emerge la spregiudicata realtà di un amore finto, come può essere quello puttanesco, che propone regole precise, a volte tramandate di madre in figlia, come precetti fondamentali.

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    1. intento formale quello di colmare (? perchè colmare che significa riempire?) la natura ontologica dell’uomo rinascimentale come “dialogatore”,

      La trattatistica assume (forse meglio affronta!) quindi in questa ottica delle tematiche

      Alcuni autori propongono quindi una branca comico-satirica di questo genere che in alcuni casi si andrà a definire come “poesia burlesca” (se è trattato non può essere poesia!! attento allora devi specificare meglio), dal tono irriverente E innovatore, che accosta oggetti e fatti della quotidianità in modo imprevisto e sorprendente.

      la spregiudicata realtà di un amore A PAGAMENTO che propone regole precise, a volte tramandate di madre in figlia.

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  2. Kristian Galanti (parte 2)

    La Nanna, nel primo capitolo del componimento, espone le istanze dell’arte puttanesca alla figlia Pippa, esordendo con un postulato di base: tali donne devono essere ladre, “perché s’elle avessero tanta bontà quanto hanno malizia la gente […], doppo un sopportare di sei, sette e dieci anni, cacciatele a le forche, hanno più piacere di vederle stentare che non ebbero dispiacere di vedersi sempre rubar da loro”. Prosegue poi, spiegando quali cose immorale siano di gradimento all’uomo, concludendo in tal modo: “E cotale arte bisogna usare, perché i miserani lambiaccano un danaio quattro ore quando non si trastullano: e se ti promettano vesti o collane, non te gli spiccar da le spalle finchè non si ordina il dono.” Si colloca anche, in questo contesto, una “beffa letteraria” nei confronti di Baldassarre Castiglione il quale, al contrario di Aretino, scrivendo “Il libro del Cortigiano”, sviluppa un modello di riferimento delle buone maniere, incentrate sull’educazione integrale dell’uomo.
    Altro tema ribaltato dall’irriverenza di questo genere è quello della lirica petrarchesca. I maggiori due esponenti che criticano e si prendono beffa delle rime petrarchesche sono: Francesco Berni e Domenico di Giovanni, in arte Burchiello.
    Il Berni, la quale fama è affidata soprattutto alle rime giocose, è “fondamentalmente uno scettico pronto al sorriso, un indolente beffardo che talora si compiace di oscenità” (Enciclopedia Treccani). Nelle sue Rime, parla così del Petrarca:

    “Dice Franciscus che quelle fantesche
    che tien a Belveder servon per mostra,
    ma con effetto a lui piaccion le pesche;

    e certo la sua cera lo dimostra,
    ché gli è pur vecchio et in parte ha provato
    la santa cortigiana vita nostra.

    Di questo quasi l’ho per iscusato,
    ché non è vizio proprio della mente,
    ma difetto che gli anni gli han portato;

    e credo in conscïenza finalmente
    che non sarebbe se non buon cristiano,
    se non assassinasse sì la gente.

    Pur quand’io sento dir oltramontano,
    vi fo una chiosa sopra col verzino:
    id est nemico al sangue italïano.

    O furfante, ubbriaco, contadino,
    nato alla stufa, or ecco chi presume
    signoreggiar il bel nome latino!

    E quando un segue il libero costume
    di sfogarsi scrivendo e di cantare,
    lo minaccia di far gettar in fiume:

    cosa d’andarsi proprio ad annegare,
    poi che l’antica libertà natia
    per più dispetto non si puote usare.”

    Allo stesso modo, i sonetti di polemica letteraria del Burchiello sono rivolti contro la poesia “vana e parolaia” dei petrarchisti e dei tradizionalisti, piena di citazioni assurde ed intrusa di fumisterie accademiche. La vera originalità del poeta, che si esprime nei sonetti “alla burchia”, è chiaramente una beffarda parodia del progetto e dei valori dell’Umanesimo.
    Risulta quindi evidente da questi passi, come i valori fondanti del diffuso pensiero umanistico- rinascimentale siano messi alla berlina e quasi derisi da questi poeti i quali, allo stesso tempo, per la loro originalità sono in grado di formulare non solo il tema di un genere, ma un vero e proprio genere a se stante.

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    1. IL TITOLO CHE HAI SCELTO NON CORRISPONDE AL TESTO: LETTERATURA..SAREBBE STATO MEGLIO DI TRATTATISTICA PERCHE' TI OCCUPI SI DEI TRATTATI CHE DELLA LIRICA. PER QUANTO RIGUARDA I TRATTATI AVRESTI POTUTO SOTTOLINEARE COME ARETINO INDIVIDUA LE DUE FORZE MOTORE DELLA STORIA (VIRTù E FORTUNA) RIDICOLIZZANDOLE!!

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  3. Andrea R.
    Il XV e il XVI secolo vedono affiancarsi al genere in ascesa della trattatistica, lo sviluppo di una nuova lirica incentrata sulla tematica dell’ironia e della satira ai testi tradizionali della cultura cortese ed umanista. I maggiori esponenti di questo nuovo filone poetico sono Domenico Di Giovanni noto come Burchiello e Francesco Berni. Burchiello nasce nel 1404 a Firenze, e sviluppa nelle sue opere una forte polemica contro la poesia dei petrarchisti e dei tradizionalisti, servendosi di un linguaggio paradossale con effetti comici e stralunati. La sua polemica contro il tradizionalismo è evidente nei “sonetti della burchia”, dove egli sfoggia un linguaggio volutamente teatrale ricco di paradossi, inversioni e sostituzioni che creano un tono ironico e satiresco. Le parole sono posizionate alla rinfusa, senza alcun nesso apparente, e possono assumere più significati, spiazzando il lettore nella fase della decodificazione del testo. Il secondo Francesco Berni, nel “Dialogo contra i poeti”, un dialogo satirico contro la degenerazione della poesia del suo secolo, si schiera contro la tradizione umanista e cortese creando come Burchiello uno stile e un linguaggio autonomo. Le sue opere criticano, distorcono e si prendono gioco dell’amore spirituale di Petrarca e della tradizione cortese. La satira nei confronti della tradizione e del tema amoroso è caratterizzata dalla ripresa del doppio senso erotico di Burchiello; l’amore è descritto nel suo lato più carnale, e il sesso e la perversione sostituiscono l’amore spirituale. In questo modo la parodia scherza la tradizione, giungendo alla seguente considerazione: l’uomo è costituito dalla parte spirituale che lo guida nella vita morale e civile,e lo eleva verso l’infinito ma è anche in piccola parte caratterizzato dalla bassezza e dalla carnalità dell’animale. Queste caratteristiche vengono dunque amplificate e distorte dai poeti, che con la satira e l’ironia descrivono l’amore inteso come erotismo. Ciò viene trattato anche nelle opere di un terzo autore che è Pietro Aretino. Pietro Aretino nasce a nel 1492, figlio di una cortigiana e di un povero calzolaio; a lui si deve il contributo al superamento dei principi teologici e dell’etica di quel secolo. Le sue opere sono infatti caratterizzate dalla tematica ricorrente della lussuria e del sesso; “i sonetti lussuriosi”, ispirati alle incisioni erotiche di un pittore del secolo, sono l’esempio più lampante della sua poetica che a volte supera i limiti della decenza e del pudore. Questi tratti del suo stile sono rintracciabili nel Dialogo nel quale la nanna insegna a sua figlia Pippa l’arte puttanesca; il registro linguistico utilizzato dall’autore è basso, in alcuni casi scade nel dispregiativo, descrivendo una realtà popolare portata all’estremo dalle satira e dalla parodia. Questi tre autori hanno dunque sviluppato un nuovo linguaggio e un nuovo genere, che scherza la società corrente e la tradizione passata con l’arguto espediente della satira e della parodia.

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  4. Riccardo D'angelo

    Nel rinascimento uno dei principali generi letterali che si sviluppò fu la trattatistica, che permetteva agli intellettuali di confrontarsi su argomenti di tipo etico. Proprio questo genere letterario pero’ causò la nascita di molte opere comiche: i poeti, infatti, attraverso i loro lavori mettevano in ridicolo le tematiche affrontate durante quel periodo.
    Uno dei principali autori di queste opere comiche fu Francesco Berni, poichè, ricollegandosi alla tradizione comico-giocosa toscana del Duecento, derideva le opere di Pietro Bembo. L’opera di Berni è considerata una parodia ingannevole, perché essendo modellata sui canoni tradizionali riusciva quasi a camuffare l'intento burlesco e polemico. Essa è infatti costruita attraverso un sottile e ambiguo gioco di antitesi tra significante e significato: il significante conserva apparentemente le caratteristiche della lode e dell'esaltazione della figura femminile, mentre il significato le nega. La strategia dell'autore, quindi, consiste nel manipolare le immagini e il lessico caratteristico della lirica d'amore, per ottenere un esito antitetico: l'esaltazione della bruttezza anziché della bellezza. Tale ambiguità è dovuta al susseguirsi di doppi sensi che ingannano il lettore, celando, sotto un'apparente eleganza e raffinatezza, sensi negativi e spregiativi.
    Come Berni, anche Burchiello riprese i modelli della tradizione comica toscana del Duecento per prendersi gioco delle opere a lui vicine. I suoi lavori posso essere considerati delle vere e proprie prese in giro indirizzate alla cultura letteraria petrarchesca .Lo stile di Burchiello era caratterizzato da un linguaggio straordinario ma anche da una coerenza spesso inesistente. Questo era causato dal gioco di parole che il poeta faceva, le quali non avendo alcun nesso apparente, avevano effetti comici sul lettore.
    Anche Pietro Aretino, evidenzia il ribaltamento della concezione amorosa, focalizzandosi e sostenendo un amore pressoché carnale, finto e lussurioso, e mettendo da parte l’amore platonico e quello cortese. Ridicolizzando così la concezione passata di Amore, descrive quello passionale e puttanesco nell’opera “Dialogo in cui la Nanna insegna a la Pippa, sua figliuola, l’arte puttanesca”. Attraverso tale opera l’amore descritto dal poeta non è più inteso come un amore spirituale, ma solamente come una necessità fisica dell’uomo.

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    1. BENE...MAGARI LA PROSSIMA VOLTA INSERISCI ESEMPI DI TESTI!!!

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  5. RICCARDO D'ARCH
    Nel '500 la trattatistica riveste un ruolo di primo piano e fonda una nuova cultura e una nuova scrittura basata su modelli e norme.
    In questo periodo rinascimentale, questo nuovo genere letterario aveva due varianti: in prosa che riprendeva le teorie aristoteliche e in dialogo che riprendeva le orme di un famosissimo filosofo come Platone.
    L’importanza della trattatistica per l’uomo umanista è la possibilità di confrontarsi e di discutere su argomenti di ogni genere come la dignità dell’uomo, il ruolo dell’essere umano nella civiltà e anche di temi socio-politici.
    Nel tempo l’evoluzione del trattato subì dei cambiamenti riguardo ai temi, infatti, si cominciò a mettere in ridicolo argomenti seri e a farne delle vere e proprie parodie; tra i protagonisti abbiamo: Piero Aretino, Burchiello e Berni.
    Aretino scrive il dialogo “ La nanna insegna alla pippa figliuola l’arte puttanesca “ in cui lo scrittore rende evidenti le regole principali per un amore privo di sentimenti ma soltanto caratterizzato da un insieme di regole. In questo dialogo Aretino prende in giro Castiglione, infatti, la sua opera può essere ritenuta una vera e propria parodia de “Il cortigiano” il quale invece è una specie di ritratto delle regole principali della vita a corte e pertanto il contrario di ciò che è trattato nel discorso di Aretino.
    Seguono la via della BURLA altri due importanti scrittori; Burchiello (Domenico di Giovanni) e Berni i quali prendono in giro l’uomo rinascimentale ma in modo particolare colui che segue lo stampo petrarchistico.
    Burchiello è noto per la poesia alla Burchia, insieme di sonetti caratterizzati dall’assenza di una coerenza letteraria con l’unico scopo di andare contro il pensiero di Petrarca e di burlarlo con un insieme di parole che non hanno un significato a prima vista oggettivo ma nell’insieme mandano un messaggio discretamente comprensibile.
    Infine compare la figura di Berni che segue anche lui uno stile burlesco con la sua prima opera a carattere satirico “La Catrina” che analizza i modi di festeggiare le farse rusticali.
    Anche Berni nel suo comporre riprende lo stile Burchiellesco soprattutto con un suo grande lavoro artistico che denuncia l'operato fatto dai letterati del suo periodo, ” Il Dialogo Contra i Poeti” dove sempre con ombra satirica rileva la degenerazione poetica del tempo.
    I tre letterati menzionati hanno reso e divulgato un nuovo modo, più divertente e a volte anche più diretto per il lettore, di fare poesia e di scrivere dei messaggi per la società.

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    1. le orme di un famosissimo filosofo come Platone....PER UNO COME PLATONE è RIDUTTIVO E INAPPROPRIATO DIRE UN FAMOSISSIMO FILOSOFO...PLATONE è COME DANTE...è SOLO LUI!!!

      MANCA QUALCHE ESEMPIO!!!!

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  7. Durante l’Umanesimo e il Rinascimento, uno tra i più importanti e usati generi letterari è il trattato, ossia una forma di saggio breve monografico con scopo didattico per esporre delle conoscenze nei vari campi del sapere.
    La grande rilevanza ottenuta da questo genere portò alcuni poeti a scrivere delle liriche ironiche e satiriche contro di esso.
    Tra gli scrittori di maggior prestigio durante quest’epoca troviamo Francesco Berni, Pietro Aretino e Domenico di Giovanni, alias Burchiello.
    Quest’ultimo, nato a Firenze nel 1404, è stato uno dei primi a scrivere sonetti satirici contro i valori dell’Umanesimo e mettendo alla berlina le tematiche adottate dai Petrarchisti e dai tradizionalisti nelle loro liriche, perché vane e parolaie.
    Nei suoi componimenti usa infatti un linguaggio paradossale e in apparenza senza alcun senso, dove le parole non hanno filo logico tra di loro e creano nelle poesie un effetto comico e allo stesso tempo allucinato, accentuato anche dall'uso di varie figure retoriche quali la metonimia e il paradosso.
    A riprendere alcune delle tematiche burchiellesche è Berni, poeta toscano nato a Pistoia, che come il suo predecessore, fa un attacco polemico alla poesia amorosa del Petrarca, scrivendo anche lui rime satiriche contro il poeta trecentesco e liriche erotiche riprese da lo stesso Burchiello.
    L’ultimo poeta, Pietro Aretino, invece deve la sua fama principalmente alla composizione dei “Sonetti lussuriosi”, dal contenuto alquanto immorale per l’epoca e nonostante tutto è considerato un grandissimo intellettuale rinascimentale autore anche di apprezzati ragionamenti.
    L’età di mezzo grazie al suo contributo riceve un forte cambiamento, si potrebbe infatti dire che contribuì in maniera determinante con le sue opere al definitivo superamento della visione teologica e moralistica dei secoli precedenti.
    Oltre ai suoi sonetti spiccano altre opere importanti quali il testo teatrale “La Cortigiana”, commedia ambientata nel 1527 con chiaro riferimento parodistico nei confronti del Cortigiano, l’opera più famosa di Baldassarre Castiglione, e Il Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa l’arte puttanesca”, chiara parodia del dialogo morale e pedagogico del tempo, nell'opera infatti, ove la Nanna insegna alla sua figliuola l’arte del suo mestiere, il registro vocale è molto basso, volgare e senza pudore alcuno.
    Tra i tre poeti dunque, l’Aretino sembra essere colui che ha dato la svolta decisiva al nuovo genere introdotto da Burchiello, introducendo e rinnovando alcuni temi che, pur essendo parodistici, hanno sgomentato la comunità cristiana del tempo perché considerati troppo licenziosi.

    Valerio. B.

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    1. La grande rilevanza ottenuta da questo genere portò alcuni poeti a scrivere delle liriche ironiche e satiriche contro di esso.?? NO, CI SONO TRATTATI CHE PARODIANO TRATTATI SERI E LIRICHE CHE PARODIANO LIRICHE SERIE!

      L’età di mezzo grazie al suo contributo riceve un forte cambiamento, si potrebbe infatti dire che contribuì in maniera determinante con le sue opere al definitivo superamento della visione teologica e moralistica dei secoli precedenti.?? L'ETA' DI MEZZO è IL MEDIOEVO..CHE C'ENTRA ARETINO????

      IN CHE COSA CONSISTE LA MESSA IN RIDICOLO DELL'UMANESIMO??? AMORE PLATONICO DIVENTA L'AMORE A PAGAMENTO..QUINDI LA CONOSCENZA PASSA TUTTA ATTRAVERSO I SENSI... LA VIRTù-CAPACITà PERSONALE...è LEGATA ALLA CAPACITà DELLA PROSTITUTA DI CAPIRE GLI UOMINI.

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  8. Durante il rinascimento in Italia,come nel resto dell'Europa, si sviluppa, come genere letterario principale,la trattatistica,a discapito dell'epica,fino ad allora il genere letterario per eccellenza.
    Per la trattatistica,come per gli altri generi letterari,esistono diverse tematiche:alcune serie,come per esempio la dignità dell'uomo e la politica, e alcune parodistiche, cioè che mettono alla berlina la trattatistica seria.
    Il più grande esempio di trattatistica ironica è l'opera letteraria di Pietro Aretino(il cui vero nome con tutta probabilità era Pietro Del Tura)conosciuta come Dialogo in cui la Nanna insegna alla Pippa l'arte puttanesca,il cui vero titolo variò molte volte, nella quale Aretino mette alla berlina l'opera di Baldassarre Castiglione Il Cortegiano,che, nella terza parte di questo trattato,espone le regole per diventare una signora perfetta.
    Nella prima parte di questo dialogo, diviso in tre parti, o giornate, la Nanna insegna alla Pippa una serie di trucchi per essere una perfetta cortigiana:come sedurre e spillare denaro agli uomini, rappresentati con esempi della vita della Nanna, celati dietro un'apparenza decorosa e onorabile, da acquisire attraverso il controllo delle passioni. Nella seconda parte sono esposti gli inganni che gli uomini fanno alle donne con una climax crescente di aneddoti con il fine di provare che l'uomo è incline al tradimento;la seconda parte si chiude con lo svenimento di Pippa per il cordoglio:espediente tipico dello stile dell'aretino.
    Nella terza ed ultima parte ci sono degli accorgimenti fatti dalle mezzane,Balia e Comare,mentre madre e figlia ascoltano.

    Sempre durante il rinascimento viene fatta una parodia della lirica,soprattutto quella di stampo petrarchesco per opera di Domenico di Giovanni (conosciuto come Burchiello) e Francesco Berni, i più grandi esponenti di questo movimento.
    In conclusione si può dire che non è un caso che questo tipo di testo si sia sviluppato nel periodo rinascimentale:in questo periodo gli intellettuali, proprio perché intellettuali,si mettono in gioco in continuazione, anche con autoironia.

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  9. Valerio S.

    P.S. prof scusi per il ritardo ma HO POTUTO PUBBLICARLO SOLO ORA.

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  10. CAMILLA MASSARI
    Prima parte

    Una completa rifondazione del genere letterario trattatistico – che ha le sue basi nell’antica Grecia del III sec. a.C. o nella Roma del I sec. a.C. – si verificò durante il Rinascimento: la considerazione dell’arte, ad esempio, come valore intellettuale e non più come attività puramente manuale, portò gli artisti a registrare su carta i propri fondamenti teorici, com’è evidente nei tre trattati dell’architetto e letterato Leon Battista Alberti, sulla scultura, pittura e architettura. La trattatistica diviene così il genere letterario principale del periodo, vista la necessità dell’intellettuale umanista di confrontarsi e di discutere sui vari argomenti. Tematiche fondamentali del trattato riguardano la dignità dell’uomo, l’attenzione alla propria fisicità nella realtà fenomenica che lo circonda, nonché l’immancabile dibattito politico. Un paradosso che però si riscontra in una delle modalità di trattare le tematiche sopra elencate - quella ironica - sta nel fatto che vi sono autori, come Berni, Burchiello e Aretino, che ironizzano sui temi caratteristici del Rinascimento - ovvero dell’epoca in cui essi stessi vivono - e dei periodi precedenti: un esempio lampante è l’ironia sull’amore platonico o sulle prerogative di comportamento a corte. Pian piano prende dunque forma la cosidetta poesia “burlesca”, caratterizzata da una particolare vena satirica che al contempo esprime in maniera evidente la propria originalità, trasformando e modellando la quotidianità descritta in toni profondamente innovatori, inattesi e caratteristici.
    Il primo a rendere evidente la sua vena profondamente satirica nei confronti delle tipiche tematiche rinascimentali è Aretino: attraverso uno dei suoi componimenti, “Dialogo in cui la Nanna insegna a la Pippa, sua figliuola, l’arte puttanesca”, definisce la propria idea riguardo l’amore platonico e cortese, fortemente ridicolizzato e in un certo senso criticato rispetto a quello da lui descritto, incentrato invece sulla lussuria e sulla figura della donna intesa come oggetto del desiderio, e non come figura idealizzata. L’amore che lui descrive non è più, quindi, il sentimento vero e concreto, essenziale e fonte di tormento e gioia per l’uomo, ma un amore carnale, cortigiano, inesistente e finto. Differente, oltre ai temi, è anche il linguaggio, che mentre nei classici si rivelava aulico e complesso, in Aretino appare incredibilmente “volgare e dialettale”. Le stesse caratteristiche, tematiche e lessicali, appaiono espresse chiaramente nella prima strofa del primo dei “Sonetti lussuriosi”:
    “Fottiamci, anima mia, fottiamci presto
    perché tutti per fotter nati siamo;
    e se tu il c**zo adori, io la p**ta amo,
    e saria il mondo un c**zo senza questo”. (ne avrei fatto a meno prof, ma lei vuole gli esempi...)

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  11. Seconda parte

    Un altro tra i più importanti autori della “burlesca” è Francesco Berni, la cui poesia è efficacemente definita “ingannevole” perché, modellata sulle basi comiche-tradizionali del Duecento, riusciva quasi completamente a camuffare il proprio intento satirico e polemico. Si tratta quasi di una tecnica basata su una profonda antitesi, su una contraddizione a tutti gli effetti, in cui prima sembrerebbe esaltare la figura femminile parlandone in modo così approfondito, ma poi, leggendo le sue parole, è evidente la sua polemica nei loro confronti. Come si vede nella quarta delle sue “Rime”, il “Sonetto contro la moglie”:
    “Aver un sassolin nella scarpetta
    et una pulce drento ad una calza,
    che vadi in su in giù per istaffetta;
    una gamba calzata ed una scalza;
    esser fatto aspettar ed aver fretta:
    chi più n'ha più ne metta
    e conti tutti i dispetti e le doglie,
    ché la peggior di tutte è l'aver moglie”.
    L'ultimo tra gli autori della “burlesca” è Burchiello. Anche a lui si devono opere che si burlano completamente di quelle passate e contemporanee, riprendendo come Berni il modello comico del Duecento. La novità che caratterizza però l'autore è il continuo gioco di parole che lo portano a scrivere frasi e opere apparentemente senza alcun senso né coerenza. Esse sono state infatti soggette a studi molto approfonditi che hanno cercato di rivelare i messaggi racchiusi al loro interno. Un esempio si nota nella centoduesima delle sue poesie:
    “L’asseguitor del podestà degli Otto
    ha dato per consiglio alle tabelle,
    che gli starnuti portin le rotelle,
    4 perch’egli è rovinato un muro rotto”.

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