lunedì 15 ottobre 2012

Riassunto delle tematiche rinascimentali più importanti (interrogazione 15 Ottobre)

...riguardo la differenza tra il rapporto uomo-Dio medievale e rinascimentale, la motivazione del comportamento etico dell'uomo nonostante non tema più Dio, la sua nuova relazione con le opere classiche, la filosofia di Ficino e Pico della Mirandola e il dipinto sulla "Raffigurazione di un miracolo a Firenze"

40 commenti:

  1. C. MASSARI
    Rinascimento e Umanesimo sono i due periodi di rinascita culturale, economica e sociale che segnano l'avvento dell'età moderna. Essi prendono forma grazie alla rilettura dei testi classici nella loro totalità, allo studio più approfondito della natura e, principalmente, alla visione integrale e centrale dell'uomo che occupa una posizione di rilievo nell'ottica filosofica, sociale, spirituale, morale etc.
    E' evidente quanto il rapporto tra uomo e Dio nel Rinascimento cambi radicalmente rispetto a quello precedente: durante il Medioevo, infatti, essi si trovavano su due piani del tutto differenti, l'uomo viveva nel totale rispetto di Dio e regolava la sua vita secondo i dettami della religione, evitando qualsiasi comportamento che potesse indurre il Signore a punirlo. Nel 500, invece, il posto centrale del cosmo non è più occupato da Dio ma dall'uomo stesso, che assume un'importanza estrema in tutti i campi. Questo non vuol dire che l'uomo rinascimentale sia divenuto ateo, ma che fonda la sua religione sull'importanza della propria dignità, sul fatto che Dio gli ha affidato il compito di governare la terra e che ora sta solo a lui decidere se sfruttare questa possibilità, diventando – grazie alla conoscenza – un essere angelico o – a causa del buio dell'ignoranza – un essere bestiale. Questo è infatti il riassunto dell'opera di un noto umanista, Pico della Mirandola, che in “De Hominis Dignitate” delinea e argomenta la sua idea antropocentrista. La sua filosofia si collega difatti a quella di un altro importante umanista, Ficino, che formulando una teoria di stampo neoplatonico si incentra sul concetto di “copula mundi”, ovvero l'anima umana, intesa come collegamento tra le cose infinite e finite, tra quelle terrene e trascendenti, tra il perfetto e l'imperfetto. Oltre a Poliziano, sono entrambi rappresentati in un quadro di Rosselli, “Raffigurazione di un miracolo a Firenze”, in cui assistono ad un miracolo: lasciata una piccola quantità di vino nel calice, il sacerdote trova il giorno dopo del sangue. Da ciò si può dedurre l'intento ecclesiastico di far vincere la religione sulla filosofia, a causa della quale Pico della Mirandola era stato accusato di eresia.
    In questo periodo dunque, sebbene l'uomo abbia sostituito il posto centrale occupato in precedenza da Dio, non smette di comportarsi secondo una precisa etica ed una corretta morale; questo non avviene però a causa del timore della tipica punizione divina medievale, bensì in relazione all'imitazione umana di un altro modello che, col passare del tempo, assunse sempre maggiore importanza: i classici. Al contrario del Medioevo i testi classici non vennero più interpretati in chiave allegorica e figurale, dando importanza solo alle parti che sostenevano e motivavano la fede cattolica, ma iniziarono ad essere letti e studiati nella loro totalità, grazie anche allo sviluppo della filologia. Grazie al modello dei classici, dunque, l'uomo si assume la responsabilità di essere “uomo con la u maiuscola”, imparando a conoscersi e a migliorarsi attraverso lo studio e la conoscenza.

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    2. Oltre a Poliziano, sono entrambi rappresentati in un quadro di Rosselli, “Raffigurazione di un miracolo a Firenze”, in cui assistono ad un miracolo: lasciata una piccola quantità di vino nel calice, il sacerdote trova il giorno dopo del sangue. la raffigurazione sembra rievocare proprio l'animato dibattito in atto tra intellettuali e mondo ecclesiastico relativamente al rapporto tra elaborazione filosofica umanista e possibilità di accettare manifestazioni del divino che esulino dalla relatà fenomenica.

      8

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  2. Andrea R.
    L’età umanistica e rinascimentale è contraddistinta da una nuova visione del rapporto tra uomo e dio, che si differenzia dalla precedente visione nel mondo medievale. Nel medioevo il mondo terreno era considerato il riflesso del mondo spirituale e l’intera natura appare come scritta da Dio. Cio si riflette nella vita quotidiana dell’individuo nel quale l’uomo è costretto ad obbedire ad un determinato ordine comportamentale spinto dalle eventuali ripercussioni del mondo spirituale: tutto ciò che egli compie nella vita terrena, sarà poi sottoposto al giudizio divino nella vita ultraterrena. Nell’epoca umanistica e rinascimentale l’uomo assume invece un ruolo centralizzato all’interno dell’universo,e viene inteso come “grande miracolo”. I neoplatonici, in particolare Pico Della Mirandola e Marsilio Ficino, inseriscono l’uomo al centro dell’universo, tra la terra e l’iperuranio platonico. Secondo Pico Della Mirandola infatti l’uomo è un essere intermedio, che può elevarsi attraverso la sapienza verso il mondo delle idee, mentre può abbassarsi verso la terra con la bestialità e la viltà: Marsilio Ficino introduce, seguendo questa visione, una nuova concezione dell’anima, intesa come “copula mundi”, ovvero realtà intermedia. L’esistenza umana che per anni era stata letta in ottica religiosa, acquistava dunque un nuovo significato: l’uomo è al centro del mondo ed è artefice del proprio destino, e vive per costruire il suo destino, ma deve tener conto della fortuna e dell’imponderabile, concetti già trattati in precedenza dai pre-umanisti Boccaccio e Petrarca. Le riflessioni dei filosofi rinascimentali si incentravano dunque sulla condizione umana e sul ruolo dell’uomo all’interno dell’universo. Si afferma che l’uomo possiede delle dignità e deve di conseguenza considerare importante il suo valore morale e la propria onorabilità:ciò implica che deve far riferimento ad un codice comportamentale dettato dalla sua natura stessa di uomo e dunque dalla sua dignità di uomo. L’uomo “grande miracolo” viene visto da alcuni come il fine ultimo del mondo (visione finalistica) , ed è misura di tutte le cose reali. Per Giordano Bruno l’uomo essendo superiore sia per intelletto che per mano alle altre creature, può dominare la terra, ma deve comunque sottostare alle leggi della natura matrigna. In sintesi l’attenzione che nel medioevo veniva rivolta al mondo ultraterreno, nel rinascimento si trasferisce nella realtà quotidiana dove l’uomo vive per costruire il proprio destino. Non a caso è in questo contesto storico che avvengono le grandi scoperte geografiche, e si apre la strada verso il progresso scientifico.

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    2. CiO' si riflette nella vita quotidiana dell’individuo: l’uomo è costretto ad obbedire ad un determinato ordine comportamentale spinto DALLA PAURA PER LE POSSIBILI CONSEGUENZE ULTRATERRENE:

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    3. RILEGGENDO...FORSE IL VOTO PROPOSTO è TROPPO ALTO :8

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  3. Nell’ottica generale dell’Umanesimo, movimento culturale teso a rivalutare la posizione dell’essere umano nel mondo, Dio e la religione perdono importanza rispetto al Medioevo. Durante quest’ultimo, infatti, la Chiesa esercitava una pressione tale da monopolizzare la vita del credente. Con l’arrivo dell’Umanesimo, però, la Chiesa va sempre più acquisendo un potere temporale di cui prima disponeva in minor misura, diventando quindi una corte a tutti gli effetti, e perciò sempre più corrotta. Questa corruzione è una delle cause dell’allontanamento dell’intellettuale dalla religione; tuttavia l’intellettuale non arriverà mai ad affermarsi ateo, ma si limiterà ad assumere un atteggiamento laico nei confronti della Chiesa: con la nuova padronanza dell’essere umano sul suo destino, si tende a dare più importanza a ciò che accade sulla Terra anziché nel mondo ultraterreno. Inoltre, grazie all’accrescimento del livello di cultura, molte più persone conoscono il latino e il greco e sono in grado di leggere e studiare i classici in modo autonomo, senza interpellare la Chiesa. I classici, infatti, godono di grande prestigio in questo periodo, poiché, non essendo più sottoposti a minuziose ricerche di analogie con la religione, possono essere studiati per quello che intendono comunicare realmente. Inoltre, con la stampa (monopolio di Venezia) prendono a circolare molti più libri, tanto che la cultura riesce a circolare anche fra le classi meno agiate. In quest’ottica di fioritura culturale ricordiamo due tra i tanti autori di trattati filosofici del periodo: Pico Della Mirandola e Marsilio Ficino, che come i loro contemporanei, cercano di trovare all’uomo un posto nel mondo. Il primo pone il potere nelle mani dell’uomo di diventare bestia, vivendo lontano dalla cultura e dal sapere, o angelo, accrescendo le proprie conoscenze attraverso lo studio dei classici. Questi due autori, rappresentano il pensiero alla radice dell’Umanesimo: l’uomo è padrone di sé stesso.

    Giulia

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    1. leggi i due testi pubblicati prima del tuo...il tuo risulta un po' troppo informativo e meno speculativo. 7

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  4. Riccardo D'angelo:

    All'inizio del trecento Dante, nel descrivere la figura di Ulisse nel canto XXVI dell'Inferno, ha posto l'accento su un aspetto originale del mito: dopo essere tornato a Itaca, Ulisse ne è ripartito verso nuove scoperte; ma, avventuratosi nell'oceano Atlantico, viene punito da Dio per aver osato superare i limiti che Dio stesso ha posto all'uomo. Questa immagine dell'uomo è abbandonata nel Rinascimento, che non riconosce più i limiti precostituiti per esso.
    Il 400 si apre, infatti, con il rigetto della cultura medievale, considerata chiusa e tetra, e con il proposito esplicito di far “rinascere” il mondo classico, inteso come modello e ideale di vita. I classici infatti non vengono più interpretati in chiave allegorica cristiana, ma sono studiati nella loro completezza grazie lo sviluppo della filologia. Attraverso l'umanesimo e il rinascimento si diffonde la centralità dell'uomo, posizione che va a sostituire il ruolo che nel medioevo aveva occupato Dio. Grazie a questa nuova visione vi fu una valorizzazione della dignità dell'uomo e lui stesso venne considerato artefice del proprio destino(“homo faber fortunae suae”). In questo periodo si riteneva, infatti, che Dio, creando l'uomo, gli abbia affidato anche il dominio sulla terra. Per governare la natura pero', l'uomo, deve conoscere i suoi segreti attraverso lo studio. Questo comportò l'affermazione di un nuovo modo di guardare la natura, non più ritenuta, come nel medioevo, un luogo misterioso sul quale si manifestano le forze divine, ma vista come una forza dotata di legge proprie, che l'uomo deve conoscere per controllarla.
    Anche i neoplatonici, in particolare Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola, delineano e argomentano la loro idea antropocentrista. La tesi più celebre di Ficino è quella dell'anima come copula mundi, grazie alla quale l'anima umana viene descritta come intermedia fra il mondo perfetto e imperfetto; la centralità dell'uomo è invece analizzata da Pico della Mirandola nella sua opera “de hominis dignitate”, nella quale l'uomo viene descritto come un creatura che possiede le caratteristiche di tutti gli essere e grazie alla sapienza può elevarsi verso individui superiori. Entrambi i filosofi vengono rappresentati, insieme a Poliziano, nel dipinto “Raffigurazione di un miracolo a Firenze” di Rossellini: un prete aveva lasciato il vino nella coppa, che la mattina seguente si era trasformato in sangue. In tale opera è evidente il messaggio ecclesiastico che viene trasmesso, dal momento che si tenta di far “trionfare” la religione sulla filosofia.

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    1. si riteneva, infatti, che Dio, creando l'uomo, gli AVESSE affidato
      un prete aveva lasciato il vino nella coppa,...detta così..sembra che ti riferisca ad un ubriaco... e poi spiega un pochino di più il messaggio 7

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  5. VALERIO A.

    Rinascimento e Umanesimo sono entrambi periodi di rifioritura culturale, che evidenziano il passaggio all’età moderna.
    Il caposaldo di questo periodo è la figura dell’uomo posta al centro dell’universo, come "misura di
    tutte le cose” e artefice del proprio destino. Quest’ultimo fondamento caratterizza e permette al Rinascimento di essere considerato uno dei più grandi periodi dal punto di vista e scientifico, e si discosta pienamente dal pensiero del periodo precedente, ovvero il Medioevo.
    L’uomo del Medioevo, avvertiva in modo profondo il rapporto con il soprannaturale in quale era permeato nel mondo spirituale. E con la conseguenza che il mondo terreno (componente della vita quotidiana) , era considerato specchio del mondo celeste, nel quale l’uomo doveva quindi mantenere un rigoroso comportamento ed obbedire ai dettami della religione per non essere poi ripercorso da eventuali punizioni divine . L’intera natura delle cose apparve in quel periodo come un libro scritto dallo stesso Dio, il quale manifesta attraverso i fenomeni i segni della sua volontà; l’uomo medievale è colpito quindi, da morbosa malattia, la quale gli provoca l’impossibilità di discostarsi da qualsiasi specie di segno che portavano nel mondo naturale, messaggi del mondo spirituale. Tutto ciò era tipico della mentalità medievale, che si rifaceva ad una religiosità popolare, ricca di superstizioni.
    Nell’epoca successiva, ovvero il Rinascimento, l’uomo assume una posizione di centralità all’interno del cosmo, attraverso il recupero dei classici e delle filosofie antiche; in particolare dallo stoicismo il quale fornì agli umanisti spunti di riflessione sulla volontà e sul libero arbitrio. Inoltre il tema della centralità dell’uomo conobbe un ulteriore espressione nell’ambito filosofico del neoplatonismo, tra cui il neoplatonico Pico Della Mirandola il quale inserisce l’uomo tra la terra e il mondo delle idee, l’iperuranio. Secondo il filosofo l’uomo è un essere che si trova a metà, che attraverso la ripresa dei classici e lo studio può elevarsi sino al mondo delle idee, oppure attraverso la bestialità e l’ignoranza abbassarsi al livello terrestre. Il vero consolidamento della visione neoplatonica dell’uomo si ebbe grazie al famoso intellettuale Ficino, il quale attorno al 1470 scrive la Theologia Platonica in cui attesta, che la “copula mundi”, intesa come realtà intermedia ha la capacità di connettere le varie parti dell’universo, tale concezione riflette lo spirito più profondo del Rinascimento, che pone l’uomo al centro dell’indagine filosofica. Si ha quindi, una visione prevalentemente antropocentrica, ovvero una visione che tende a vedere l’uomo al centro e Dio alla periferia, senza però negare la grande importanza che detiene Dio e senza negare nessuno dei due.
    L’uomo rinascimentale esalta come detto in precedenza, la libertà e le virtù, ma è tuttavia consapevole che la sua libertà è influenzata da una serie di forze reali e soprannaturali, come la fortuna, il caso o la Divina Provvidenza (descritta da Boccaccio). Si esaltano nuovamente le facoltà umane e l’affermarsi della dignità.

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  6. F. CORARELLI
    Con il 1500 si entra in un periodo chiamato rinascimento,all'interno del quale si sviluppa uno studio più approfondito dei classici e contemporaneamente si ha un'innovazione in ogni campo:filosofico,scentifico e religioso.
    Infatti anche Dio assume un ruolo diverso rispetto al medioevo,infatti in questo periodo l'essere umano vive la sua esistenza con la paura di poter essere punito da dio se non rispetta i dogmi e i canoni che impone la religione.
    Con il rinascimento l'uomo si pone al centro del cosmo e quindi Dio non risulta essere più la figura centrale e totale che era qualche secolo prima.
    L'uomo rinamscimentale di conseguenza non considera la religione basata sulla sola figura di dio,anzi sulla sua persona, affermando che Dio lo ha creato rendendolo l'artefice del proprio destino grazie alle opportunita che gli offre la vita...l'uomo quindi,come afferma pico della mirandola puo decidere se elevarsi a dio grazie alla conoscenza o rimanere un bestia ignorante.
    Questi concetti si legano al pensiero di Ficino che considera l'animo come "copula mundi",cioè come mezzo intermediario tra il terreno e il divino,il finito e l'infinito...a ribadire che ora è l'anima umana che ricopre un ruolo centrale a discapito di Dio che risulta subordinato a tutto cio.
    Un'altra fonte che tratta tematiche religiose è "la raffigurazione di un miracolo a Firenze",nel quale è rappresentato un filosofo che si trova davanti ad un miracolo che esprime il significato di inconfutabilità della religione da parte della fig. Del filosofo.
    Pur non essendo vincolato da dogmi religiosi,l'uomo rinascimentale presenta un codice comportamentale ben definito,ripreso dallo "studia humanitatis" e alla rivisitazione dei testi classici,quindi il miglioramento dovuto alla conoscenza.

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    1. Il testo è poco curato dal punto di vista formale...maiuscole, accenti, concordanze grammaticali..
      anche il lessico non è sempre adeguato. Il contenuto è sostanzialmente corretto ma non approfondito 5.5

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  7. Interesse per la cultura , sviluppo del sapere umano sono gli elementi cardine di un nuovo periodo artistico e culturale; infatti se nel medioevo l’uomo svolgeva il ruolo di una figura statica nel periodo umanistico-rinascimentale l’essere umano è del tutto dinamico sviluppando i suoi interessi su vari campi della conoscenza.
    Un elemento fondamentale che sarà una colonna portante del cambiamento dall’età media è il rapporto dell’uomo con Dio:
    Nel medioevo l’uomo seguiva una visione teocentrica concezione etico-religiosa secondo cui Dio è principio della realtà e centro di ogni attività umana. Perciò Dio era al centro di tutto e l’uomo era elemento subordinante che faceva stretto riferimento alla Chiesa, tramite tra Dio e L’uomo.
    Nel periodo rinascimentale l’ideologia rispetto il rapporto tra Dio e l’uomo cambia nettamente: se prima Dio era visto come essere indiscusso e onnipotente ora si è spinti a seguire una visione antropocentrica dell’universo.
    Tale visione in contrasto con quella teocentrica , vede l’uomo al centro dell’universo come miglior cosa creata da Dio; infatti la figura dell’onnipotente non scompare ma semplicemente lascia spazio all’essere umano che è ritenuto elemento universale e centrale del mondo.
    Riguardo la figura dell’uomo , quest’ultimo prende un ruolo fondamentale anche riguardo la letteratura o semplicemente riguardo la riscoperta delle opere classiche tramite la filologia ”studio e analisi dei testi antichi”. Secondo Eugenio Guarin la scoperta dei testi del passato tramite la filologia è il primo passo per la riscoperta di vecchie credenze che devono essere analizzate e comparate con il presente ; anche qui l’uomo prende la funzione di protagonista come d’altronde in tutto il periodo storico.
    In riferimento a questo rapporto con il passato e con specifico riferimento a Platone , abbiamo 2 importanti sostenitori del neoplatonismo: da una parte Pico della Mirandola che nella “Orazione sulla Dignità dell’uomo” vede l’uomo in una posizione intermedia del mondo ponendolo quindi al centro dell’universo da dove può recarsi nell’iperuranio(avendo in se la sapienza) o nel mondo delle cose terrene;
    anche Marsilio Ficino segue il credo Neoplatonico considerando l’uomo immortale e in parte divino con la presenza dell’anima come copula mundi e quindi in grado di collegare le varie parti dell’universo .
    A queste teorie filosofiche la chiesa risponde con un miracolo a Firenze , riportato a noi anche grazie a un dipinto di Rosselli “ Raffigurazione di un miracolo a Firenze”; il miracolo è simbolo dell’incarnazione divina ed è una risposta a chi pensava che nell’eucarestia non c’era la presenza di Dio .
    Il dipinto è una specie di difesa della religione nei confronti di pensieri “rivoluzionari “ come quelli filosofici , per esempio PICO DELLA MIRANDOLA accusato di eresia.

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  9. Medioevo e Umanesimo sono due periodi storici molto differenti per molti motivi, dal punto di vista economico, politico, artistico e anche religioso.
    L’umanesimo, e il successivo rinascimento, infatti sono considerati periodi di rifioritura della cultura e dell’economia, anche se il distacco fondamentale con il Medioevo si nota nella concezione dell’uomo che cambia radicalmente.
    Nel medioevo infatti la vita umana era vista sotto un’ottica religiosa e l’uomo viveva dedicando la sua vita a Dio perché aveva il timore della punizione che egli poteva infliggergli nel caso in cui commetteva i peccati. l’Umanesimo invece, è un periodo di riscoperta della storia umana attraverso la lettura dei testi classici latini e grechi, il recupero della filosofia platonica e la nuova concezione dell’arte fondata sulla profondità.
    È un proprio in questo ambiente di rinascita che l’uomo si riscopre e riacquista i propri diritti, distaccandosi da Dio e dalla vita religiosa, assumendo in tal modo un atteggiamento laico.
    Viene inoltre formulata da alcuni fra i più grandi umanisti del periodo, come Pico della Mirandola e Ficino, la concezione dell’uomo come vincolo del mondo, ovvero al centro del mondo ora non risiede più Dio come nel Medioevo ma bensì l’essere umano.
    Pico della mirandola parla di questa nuova visione antropocentrica nel suo “Oratio de hominis dignitate”, dove considera l’essere umano come creatura privilegiata da Dio, infatti gli concede il libero arbitrio e una propria volontà, al contrario degli altri esseri viventi che hanno una condizione definita e limitata.
    Proprio da questa concezione nasce l’immagine dell’uomo come artefice del proprio destino.
    Simile a questo è anche il pensiero di Marsilio Ficino, considerato il più importante fra i neoplatonici in quanto tradusse le opere greche di Platone e del suo seguace Plotino.
    Ficino, infatti, considera l’anima umana come copula mundi, ossia l’uomo come l’essere al centro del mondo, che si trova dunque a metà tra la materia senza forma e Dio.

    Valerio.B.

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    1. storici differenti per molti motivi,

      che egli poteva infliggergli nel caso in cui commetteva i peccati.attento ai modi verbali!!! che egli avrebbe potuto infliggergli ...avesse commesso

      l’Umanesimo invece, è un periodo di riscoperta della storia umana attraverso la lettura dei testi classici latini e grechi, il recupero della filosofia platonica e la nuova concezione dell’arte fondata sulla profondità. Hai messo insieme tutto...troppo ...

      nel suo “Oratio ...nella sua

      globalmente sufficiente ma poco approfondito 6

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  10. Sara Giancola

    Nel 400 con il Rinascimento, come ci suggerisce la parola stessa, si ha una “rinascita” culturale, etica e morale della società medievale.
    Vi è infatti un gran cambiamento di pensiero rispetto all’ormai obsoleta società dell’età media, e in questo senso ebbe un ruolo fondamentale la riscoperta dei classici non più letti in chiave allegorica al fine propagandistico religioso, ma con oggettività, interpretandoli per quello che in realtà l’ autore vuole comunicare.
    E sarà proprio dai classici, traendone testimonianze di esperienze positive e non, che l’uomo imparerà a comportarsi correttamente e secondo una vera e propria etica morale. Si ha dunque un uomo che ha la capacità e la possibilità di scegliere se, abbassarsi alla viltà, o, elevarsi alla conoscenza, determinando il proprio destino, secondo la “missione” affidatagli da Dio stesso, come ci suggerisce Pico della Mirandola nella sua celebre opera “Orati de hominis digitate” . Lo stesso concetto sarà sostenuto da un altro filosofo: Marsilio Ficino, che approfondirà il concetto descrivendo l’ anima come “copula mundi” ovvero come realtà intermedia, tra ciò che è perfetto e quello che è imperfetto. Da qui la grande differenza con l’uomo medievale, succube della divinità, costretto a comportarsi secondo la “legge divina” , la quale però condiziona inevitabilmente la libertà di espressione, compromesso che l’uomo però, onde evitare la tanto temuta “punizione divina” , accetterà di rispettare.
    La differenzia sostanziale la si nota perciò nell’ atteggiamento laico dell’uomo rinascimentale che, è bene precisare, manterrà la fede spostando lo sguardo dall’ alto verso il basso.

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    1. Nel 400 con il Rinascimento,Nel '400...è Umanesimo

      allegorica al fine propagandistico religioso, ??? PROPAGANDISTICO?? NON è APPROPRIATO

      Vi è infatti un gran cambiamento di pensiero rispetto all’ormai obsoleta società dell’età media, e in questo senso ebbe un ruolo fondamentale la riscoperta dei classici non più letti in chiave allegorica al fine propagandistico religioso, ma con oggettività, interpretandoli per quello che in realtà l’ autore vuole comunicare.
      E sarà proprio dai classici, traendone testimonianze di esperienze positive e non, che l’uomo imparerà a comportarsi correttamente e secondo una vera e propria etica morale....PRESENTE PASSATO FUTURO..USI TUTTI I TEMPI POSSIBILI IN CINQUE RIGHE...SAREBBE MEGLIO EVITARE!!!

      di scegliere se, abbassarsi alla viltà, o, elevarsi alla conoscenza, determinando il proprio destino, secondo la “missione” affidatagli da ...TROPPE VIRGOLE

      La differenzia sostanziale la si nota perciò nell’ atteggiamento laico dell’uomo rinascimentale che, è bene precisare, manterrà la fede spostando lo sguardo dall’ alto verso il basso...AVRESTI POTUTO DIRE QUALCOSA IN PIU'.

      CI SONO TROPPE IMPRECISIONE DI TIPO FORMALE...A CASA, AVENDO TEMPO, DOVRESTI SFORZARTI DI ELIMINARLE....ALTRIMENTI NON CI RIUSCIRAI MAI A SCUOLA DURANTE LE STRESSANTISSIME PROVE SCRITTE!!! 5/6

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  11. La visione del rapporto fra l’ uomo e Dio nell' età rinascimentale si differenzia profondamente da quella in età medievale. Infatti durante quest' ultimo periodo, l’ uomo è costretto a condurre una vita moralmente corretta e il più possibile priva di peccati, poichè alla morte, come afferma la religione Cristiana Cattolica diffusa in quel periodo, tutte le azioni compiute nella vita sulla terra verranno sottoposte ad un giudizio divino nella vita ultraterrena. Questa concezione che portava quasi sempre ad una visione di paura verso Dio, venne del tutto cambiata in età umanistica e rinascimentale; in questo periodo la figura dell'uomo è posta al centro del cosmo come affermano molti neoplatonici, tra cui Pico della Mirandola e Marsilio Ficino. Il primo filosofo nel suo "De hominis dignitate", considera l' uomo come un essere intermedio, che possiede le caratteristiche di tutti gli altri esseri dell'universo e pertanto può, con un atto di libera scelta, decidere di abbassarsi alle creature inferiori o di innalzarsi a quella superiori. Allo stesso modo con la sua tesi più celebre, quella dell' anima come "copula mundi", Marsilio Ficino considera l' essere umano al centro dei cinque livelli da lui individuati: l' uomo infatti è considerato al terzo posto dopo "materia" e "qualità" e prima delle "intelligenze angeliche" e di "Dio". Quindi si può concludere affermando che, a differenza del timore medievale verso Dio, in epoca rinascimentale l'uomo si comporta in modo etico e si assume le sue responsabilità poichè si pensa che Dio lasci grande libertà all'uomo stesso e che quest' ultimo stabilisca la sua natura in base al proprio arbitrio.
    Alessandro Pasqui.

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    1. come afferma la religione Cristiana Cattolica diffusa in quel periodo, ??? PERCHE' POI NON E' PIU' DIFFUSA?

      portava quasi sempre ad una visione di paura verso Dio, venne del tutto cambiata in età umanistica e rinascimentale; ...NON è CHE NON SI CREDE PIù ALL'ALDILà...MA CI SI CONCENTRA SULLA RESPONSABILITA' DELL'UOMO VERSO SE STESSO!.... NEL FINALE LO HAI DETTO!

      UN PO' SINTETICO 7

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  12. La visione del rapporto fra l’ uomo e Dio nell' età rinascimentale si differenzia profondamente da quella in età medievale. Infatti durante quest' ultimo periodo, l’ uomo è costretto a condurre una vita moralmente corretta e il più possibile priva di peccati, poichè alla morte, come afferma la religione Cristiana Cattolica diffusa in quel periodo, tutte le azioni compiute nella vita sulla terra verranno sottoposte ad un giudizio divino nella vita ultraterrena. Questa concezione che portava quasi sempre ad una visione di paura verso Dio, venne del tutto cambiata in età umanistica e rinascimentale; in questo periodo la figura dell'uomo è posta al centro del cosmo come affermano molti neoplatonici, tra cui Pico della Mirandola e Marsilio Ficino. Il primo filosofo nel suo "De hominis dignitate", considera l' uomo come un essere intermedio, che possiede le caratteristiche di tutti gli altri esseri dell'universo e pertanto può, con un atto di libera scelta, decidere di abbassarsi alle creature inferiori o di innalzarsi a quella superiori. Allo stesso modo con la sua tesi più celebre, quella dell' anima come "copula mundi", Marsilio Ficino considera l' essere umano al centro dei cinque livelli da lui individuati: l' uomo infatti è considerato al terzo posto dopo "materia" e "qualità" e prima delle "intelligenze angeliche" e di "Dio". Quindi si può concludere affermando che, a differenza del timore medievale verso Dio, in epoca rinascimentale l'uomo si comporta in modo etico e si assume le sue responsabilità poichè si pensa che Dio lasci grande libertà all'uomo stesso e che quest' ultimo stabilisca la sua natura in base al proprio arbitrio.
    Alessandro Pasqui.

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  13. Nell'umanesimo,ovvero periodo che vede l'uomo al centro del mondo, notiamo una differenza sostanziale dal medio evo, il rapporto con Dio.
    Per tutto il medio evo gli uomini si erano astenuti il più possibile dal peccare in quanto temevano una punizione divina da parte di Dio, che era una continua influenza nella vita degli uomini; ora nel rinascimento il papato era visto più come una signoria che come un qualcosa di spirituale, e anche per questo si sviluppò un atteggiamento laico da parte della gente, ovvero credevano in Dio, ma non ne facevano il centro di tutta la loro vita come si era fatto in precedenza. In questo processo sono molto importanti le letture dei classici; nel medioevo questo compito era affidato al clero e di conseguenza tutto veniva letto in chiave allegorica e "piegato" in base alle esigenze del momento; ora invece si leggevano con uno sguardo critico, cercando di trarre insegnamenti da ciò che i classici insegnano; grazie a questo l'uomo sviluppò un comportamento etico, perchè si assume la responsabilità e la consapevolezza della sua storia e di avere un compito, quello di governare la terra; proprio per questo Dio gli ha concesso il libero arbitrio. A proposito di ciò Pico della Mirandola si esprime dicendo che l'uomo è un essere intermedio, che in base alle scelte che fa, può imbestialirsi verso la terra (se sceglia la via dell'ignoranza), oppure può elevarsi alla salvezza (se sceglie la sapienza). Questa teoria viene ripresa da Marsilio Ficino che afferma che l'anima è "copula mundi" ovvero intermedia tra la perfezione e l'imperfezione, il bene e e il male. Questo cambiamento è visibile anche dal punto di vista dell'arte figurativa; vi è infatti un quadro, "Raffigurazione di un miracolo a Firenze" in cui sono raffigurati sia i due filosofi Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, in compagnia di Poliziano, che assistono in una piazza a Firenze, davanti ad una chiesa, alla trasformazione di vino non pulito in sangue. La loro presenza è significativa prchè essi rappresentano la criticità, ma va detto che questi sono rappresentati con gli arti legati, come a simboleggiare la superiorità della chiedsa.

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    1. notiamo una differenza sostanziale dal medio evo, il rapporto con Dio....NOTIAMO DIFFERENZE NEL RAPPORTO TRA UOMO E DIO...COME HAI SCRITTO TU SEMBRA CHE PRIMA TALE RAPPORTO NON CI FOSSE!

      gli uomini si erano astenuti il più possibile dal peccare ??? FORSE AVREBBERO VOLUTO ASTENERSI...PER PAURA..! ;)
      da parte di Dio, che era una continua influenza nella vita...CHI ERA UN'INFLUENZA ?

      il papato era visto più come una signoria che come un qualcosa di spirituale, e anche per questo si sviluppò un atteggiamento laico da parte della gente, ovvero credevano in Dio...NON CONFONDERE dIO CON IL pAPATO...E POI ANCHE NEL MEDIOEVO C'ERANO VOCI CRITICHE VERSO L'OPERATO DELLA CHIESA..UN PO' TROPPI SOTTINTESI!

      "piegato" in base alle esigenze del momento; ..IN QUESTA ESPRESSIONE C'è UN SIGNIFICATI NEGATIVO CHE NON è ADATTO AL RAPPORTO UOMO-DIO NEL MEDIO EVO!

      IN TUTTO IL TESTO I PASSAGGI SONO ECCESSIVAMENTE REPENTINI; SONO ACCOSTATI VELOCEMENTE CONCETTI CHE AVREBBERO BISOGNO DI QUALCHE SPECIFICA IN PIù! LO STILE è POCO CURATO E IL CONTENUTO RISULTA NON SUFFICIENTE. 5.5

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  14. ANDREA CARDARELLI
    Nell'Umanesimo e nel Rinascimento si sviluppa un nuovo rapporto tra uomo e Dio, che cambia radicalmente dalla precedente visione nel Medioevo. Infatti nell'età medievale l'uomo viveva nel pieno rispetto verso Dio e attento a rispettare i vincoli che imponeva la religione. Nel 500 invece, è l'uomo che va ad occupare il posto centrale nell'universo; pertanto la cultura dell'Umanesimo con la riscoperta dei classici seppe elaborare una visione integrale dell'uomo, volta ad esaltarne la centralità ai diversi livelli della sua esperienza (filosofica, spirituale, politica e sociale, morale...)
    Il tema della centralità dell'uomo conobbe un'ulteriore espressione nell'ambito del neoplatonismo umanista, allargandosi da une dimensione mondana ad una metafisica. Giovanni Pico della Mirandola nella sua Orazione sulla dignità dell'uomo, afferma che l'uomo è l'unica creatura disposta in una zona intermedia tra la realtà della natura e il mondo delle idee: l'unica creatura dunque al centro dell'universo, con la capacità di elevarsi sino a Dio per le sue stesse capacità. Marsilio Ficino, seguendo la filosofia di Pico, intende l'anima come "copula mundi", quindi realtà intermedia. Infatti Ficino provò l'immortalità dell'anima e giunse quasi a identificare l'uomo con il divino, in virtù dei suoi sforzi di imitare Dio. Egli si poneva, così, al vertice di quella visione dell'uomo come "grande miracolo" che percorse il pensiero umanistico.
    Inoltre questi due personaggi sono rappresentati, insieme a Poliziano, in un quadro di Rosselli, la "Rappresentazione di un miracolo a Firenze", in cui assistono ad un miracolo: lasciato del vino nel calice, il sacerdote trova il giorno dopo il vino trasformato in sangue. Questa raffigurazione rievoca quindi il dibattito tra gli intellettuali e gli ecclesiastici e sulla possibilità o meno di accettare fatti del divino che vanno al di fuori della realtà.
    Infine, l'uomo rinascimentale non essendo ostacolato per certi versi dalla religione, si comporta in modo diverso perchè si assume la responsabilità di se stesso, quindi di uomo in quanto tale.

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    1. viveva (AVEVA COME OBIETTIVO DI VIVERE) nel pieno rispetto verso Dio e attento a rispettare i vincoli che imponeva la religione.

      volta ad esaltare la SUA centralità NELLA REALTà

      Inoltre questi due...

      Infine, l'uomo rinascimentale non essendo ostacolato per certi versi dalla religione, si comporta in modo diverso perchè si assume la responsabilità di se stesso, quindi di uomo in quanto tale....E QUINDI COME SI COMPORTA??? DOVE STA LA DIVERSITà????

      iNOLTRE...INFINE...INTRODUCI DUE ARGOMENTI A SOSTEGNO DI CIò CHE DICI COME SE FOSSERO ARGOMENTI DIVERSI...GIUSTAPPONENDOLI AL RESTO...CERCA DI INTEGRARLI IN MODO PIù ARMONICO

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  16. In età rinascimentale assistiamo ad una maturazione della figura dell’artista, c’è un netto scarto rispetto al Medioevo: ora costui si trova a lavorare all’interno di lussureggianti corti, circondato da miriadi di intellettuali e non più rilegato in piccole botteghe, realtà chiuse e a se stanti.
    Così accanto alle grandi corti si riuniscono da corollario una moltitudine di geni artistici ed eclettiche personalità.
    Figure di rilievo in questo periodo saranno gli architetti: di mirabile lungimiranza verranno universalmente riconosciuti per la loro arte; se prima si parlava di muratori o poco più, ora si avrà modo di apprezzare dei veri professionisti nel campo edile.
    Per la prima volta si attribuisce un valore importante alla fantasia: non si tratta più della scarna riproduzione di un lavoro commissionato, ma per la prima volta l’artista è chiamato a cimentarsi nella composizione di opere originali con cui mostrare il suo vero talento creativo.
    C’è una grande attenzione al reale e al fenomenico umano: così in un’epoca in cui si da un’importanza particolare alla realtà visiva, l’arte figurativa risulta essenziale.
    La letteratura verrà messa da parte, per riacquisire un posto di primo piano solo agli inizi del Cinquecento; ora si focalizza tutta l’attenzione sulle arti figurative quelle che meglio potevano sintetizzare il senso artistico -creativo che si respirava nell’aria.
    L’architetto è colui che può far meglio rapportare la realtà e l’ordine delle cose ai bisogni dell’uomo e rendere il tutto a misura di quest’ultimo.
    La visione metaforica del suo mestiere trova spiegazione proprio in ciò; questa categoria di artisti sintetizza la ricerca da parte dell’uomo di una sua indipendenza, la necessità di non essere più connesso a realtà ultraterrene.
    Ora l’artigiano è maturato, ha preso coscienza del suo ruolo e non accetta più neanche l’anonimato: è come se stesse diventando una sorta di alter deus, padrone della propria creazione, simile in tutto ad una creazione di Dio e al contempo all’artista stesso.
    Come già accennato, con il Rinascimento si mette finalmente al centro la realtà fenomenica umana, diventa importante il ruolo dell’uomo nei confronti del mondo: e chi se non l’architetto poteva occuparsi di ciò?!
    Ci si libera così delle scorie, di tutto il trascorso del Medioevo: si crea ex novo un mestiere di cui Leon Battista Alberti (1404-1472) rappresenterà il prototipo.
    Egli oltre a incarnare il modello di intellettuale dell’epoca, ha scritto trattati di inestimabile valore, primo su tutti il “ De re Edecificatoria”, vademecum anche oggi per qualsiasi aspirante architetto.
    Costui seppe così contribuire alla trasformazione della mera pratica dell’artigiano in una vera e propria forma d’arte.
    Martina

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    1. veri professionisti nel campo edile...è RIDUTTIVO...GLI ARCHITETTI SONO TRA I PRIVILEGIATI PER COMPRENDERE L'ARMONIA DELL'UNIVERSO E SAPER INDIVIDUARVI IL RUOLO DELL'UOMO

      Per la prima volta si attribuisce un valore importante alla fantasia: non si tratta più della scarna riproduzione di un lavoro commissionato, ma per la prima volta l’artista è chiamato a cimentarsi nella composizione di opere originali con cui mostrare il suo vero talento creativo NO!!!!! AFFERMAZIONE INACCETTABILE...COME PUOI DIRE QUESTO PENSANDO ALLA COMMEDIA DANTESCA!!

      La letteratura verrà messa da parte, ???? MA COME ?????? E LA RISCOPERTA DEI CLASSICI...CHE DICI????

      QUI ANDAVA IL LAVORO SUL RAPPORTO UOMO - DIO...COMUNQUE NELLA PRIMA PARTE FAI DELLE AFFERMAZIONI NON ACCETTABILI!!! NEL FINALE UN PO' MEGLIO.. 5

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  17. Il Rinascimento è un movimento culturale e artistico nato in Italia e diffusosi poi in tutta Europa dalla prima metà del XIV secolo fino al XVI.Caratteristica fondamentale di questo periodo è la nuova maniera di concepire l'uomo e la storia mediante la riscoperta dei classici greci e latini.
    Nel Rinascimento,differentemente da quanto accade nel Medioevo,la figura di Dio è presente nella natura che l'uomo cerca di dominare ricorrendo all'intelletto: è infatti anche questa un'epoca fondata su forti basi bibliche nella quale ricorrono profonde tensioni religiose.E' comunque evidente come l'uomo prenda una posizione centrale nell'universo. Tra gli umanisti italiani che hanno elaborato questa concezione un posto particolare spetta a Marsilio Ficino e a Giovanni Pico della Mirandola. Quest'ultimo definisce l'uomo come artefice del proprio destino a differenza di tutti gli altri esseri viventi a cui Dio ha dato una destinazione stabilita. L'uomo è un essere intermedio che può elevarsi attraverso la ragione verso le creature perfette o degenerare al rango delle creature inferiori. Il suo destino è quindi nelle sue mani.
    Si ricollega a questo pensiero un altro grande umanista,Marsilio Ficino(fondatore dell'accademia Platonica a Firenze) la cui tesi più celebre è quella dell'anima come "copula mundi",ovvero realtà intermedia che permette di connettere le parti inferiori dell'universo con quelle superiori. Entrambi gli umanisti-filosofi vengono rappresentati insieme a Poliziano(poeta e umanista italiano)nel dipinto "Raffigurazione di un miracolo a Firenze" di Cosimo Rosselli: viene lasciata una piccola quantità di vino in un calice che il giorno dopo,scoperto da un sacerdote,si trasforma in sangue. Si intuisce da ciò l'intento della chiesa di far sovrastare la religione sulla filosofia.
    E' quindi evidente come la concezione dell'uomo posto al centro dell'universo non sia stata ben accolta da tutto il mondo rinascimentale.

    Alessio P.

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    1. un'epoca fondata su forti basi bibliche ??? CHE VUOI DIRE??

      della chiesa DI NON ACCETTARE IL PRIMATO DELLA FILOSOFIA COME INTERPRETE DELLA REALTà
      E' quindi evidente come la concezione dell'uomo posto al centro dell'universo non sia stata ben accolta da tutto il mondo rinascimentale....UN PO'ELEMENTARE COME NOTAZIONE

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  18. Con l'Umanesimo e il Rinascimento, già a partire dal quattordicesimo secolo, il rapporto fra uomo e Dio subisce sostanziali cambiamenti, conseguentemente ad una maniera differente di rapportarsi ai testi classici. In età medievale l'uomo è schiacciato dal peso delle istituzioni ecclesiastiche e vincolato in ogni aspetto della vita quotidiana in vista del giudizio universale; ha una visione finalistica ed un'interpretazione figurale dei testi sacri. Nel Rinascimento invece inizia a spostarsi l'attenzione sull'uomo stesso, prima che su Dio, si pensa che un'errata lettura del messaggio di Cristo aveva levato al genere umano la centralità che Dio gli aveva affidato e che quindi gli spettava di diritto. "L'uomo nacque per essere utile all'uomo", esso inizia a sentirsi artefice della storia e si approccia agli scritti classici con un nuovo atteggiamento prettamente ateo, poichè non li esamina simbolicamente, in funzione della religione ma li sottopone ad un accurato studio affinchè se ne possano trarre insegnamenti per migliorare il presente. A questo proposito nel famoso quadro "il miracolo del calice" è messo in luce da Cosimo Rosselli l'acceso dibattito del tempo tra l'innovativa elaborazione intellettuale e il mondo ecclesiastico tradizionale. Il pittore raffigura infatti una piazza antistante ad una chiesa, la popolazione intera è lì riunita a seguito di in miracolo: del vino lasciato nel calice si era in poche ore trasformato in sangue. Non a caso, in primo piano, un gruppo di tre intellettuali, tra cui i due filosofi Ficino e Pico della Mirandola. Questi ultimi erano entrambi d'accordo sulle nuova concezione dell'uomo come figura principale ed affermano che nessuno è predestinato alla salvezza o dannazione eterna:per Ficino l'anima umana è una copula mundi nella precisa metà fra la condizione bestiale e quella angelica, Pico della Mirandola aggiunge che l'uomo è l'unica creatura a cui il divino non ha dato un ruolo preciso, è infatti dotato di intelletto e può lui stesso farne tesoro ed ambire ad avvicinarsi quanto più possibile a Dio o degenerare a condizioni inferiori. Affiancati a Poliziano, essi hanno le mani "legate", messi di fronte ad una religione che non sono più pronti ad accettare nel suo insieme, dovranno infatti lottare per far si che il loro pensiero sia pian piano accettato, anche dalla chiesa stessa.
    Chiara

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    1. Con l'Umanesimo e il Rinascimento, già a partire dal quattordicesimo secolo (SAREBBE IL '300..CHE NON HA NULLA A CHE FARE CON UMANSEIMO E RINASCIMENTO...ALMENO NON IN UNA SINTESI COSì STRINGATA!),

      ha una visione finalistica ed un'interpretazione figurale dei testi sacri....DA SPIEGARE MEGLIO

      messaggio di Cristo aveva (AVESSE) levato al genere umano

      PECCATO PER QUALCHE SCIATTERIA ALL'INIZIO...7.5

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  19. Il mio testo è stato consegnato direttamente alla professera su foglio protocollo.
    Kristian :)

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  20. Per un uomo medievale il rapporto con Dio era una relazione di totale sottomissione e contemplazione della grazia divina, vi era un timore reverenziale nei confronti della divinità e la rettitudine morale in vita era un obbligo da seguire per chi avesse voluto ottenere la salvezza e il paradiso dopo la morte. Con l’avvento dell’umanesimo si ha un cambio radicale della mentalità: l’attenzione si sposta da Dio all’uomo e si focalizza sulla comprensione e la contemplazione della natura umana in ogni sua sfaccettatura: tutto ciò che è opera umana è immensamente dignitoso e meritevole di studio. Vi è quindi una rivalutazione del lavoro manuale ma soprattutto del lavoro letterario, delle opere classiche, che vengono rilette, riesaminate e purificate da interpretazioni postume, perché se ne possa carpire l’essenza originaria e il reale messaggio dell’autore e si possa prenderle a modello.
    La figura dell’uomo viene quindi rivalutata e questi non è più considerato un’umile creatura soggiogata dalla volontà divina ma un essere dotato di ragione e di libero arbitrio, creato per dominare la natura e compiere consapevolmente le scelte che determineranno il corso della sua vita. E non è più il timore di Dio, ma sono proprio queste qualità, in quanto lo distinguono da tutte le altre creature e gli conferiscono maggiore dignità, che lo inducono ad una retta condotta di vita. Tuttavia ciò non avviene sempre: come sostengono infatti Marsilio Ficino con la sua tesi dell’anima come “copula mundi” (l’uomo come perno del mondo) e Pico della Mirandola nel “De hominis dignitate” , l’uomo racchiude in sé tutte le qualità, positive e negative, e può scegliere di seguire la sua inclinazione al bene, ed elevarsi a Dio, ma anche di non coltivare le sue qualità più pregevoli e, abbandonandosi agli istinti più bassi e animaleschi, ridursi alla depravazione.
    La nuova concezione umanistico-rinascimentale di uomo come essere dotato di ragione e quindi in grado di discernere la realtà, porta altresì numerosi intellettuali a dubitare dell’assolutezza delle verità religiose, dando origine ad un accesa questione: si possono reperire numerose testimonianze di questo dibattito anche in ambito artistico, come ad esempio nella "Raffigurazione di un miracolo a Firenze” dove gli stessi Ficino e Pico della Mirandola, insieme a Poliziano, assistono increduli ad un fenomeno che viene presentato come un miracolo.
    Azzurra

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    1. lavoro letterario, ..FORSE MEGLIO INTELLETTUALE

      BENE 9

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  21. Il ruolo dell’uomo nell’età medievale era subordinato alla figura divina, non possedeva alcuna autonomia ed il suo destino era categoricamente finalizzato alla salvezza. Lo scarto che contraddistingue i secoli successivi, tempo di rinascita, è il capovolgimento di questa situazione nel rapporto uomo-dio: è l’uomo che è ‘artefice del proprio destino’ e che, grazie al libero arbitrio donatogli da Dio, può decidere se innalzarsi verso il divino mediante la conoscenza, o sostare nell’acqua stagnante dell’ignoranza. Sono soprattutto i filosofi che durante questo periodo lanciano un forte segnale luminoso, delineando il ruolo dell’uomo sulla terra , così che ci sia rimasta una chiara idea dell’immagine che possedevano gli umanisti. Ne ricordiamo principalmente due, Marsilio Ficino fautore del concetto di anima come ‘copula mundi’, collegamento tra mondo e universo e Pico della Mirandola profeta della prospettiva antropocentrica. Entrambi sono raffigurati nel quadro di Rosselli “Raffigurazione di un miracolo a Firenze” dove si assiste alla trasformazione di vino in sangue, simbolo del tentativo della religione di sovrastare la ragione e di conseguenza la filosofia. Nel medioevo si ricercava la salvezza, obbedendo fedelmente ai dettami dogmatici della Chiesa, che scrivevano dettagliatamente le regole dell’etica umana. Nell’umanesimo è l’uomo che decide liberamente se distinguersi per comportamenti etici e morali, non ci sono più postulati obbligatori a cui prestare ascolto. I filosofi invitano comunque gli esseri umani a porsi delle regole affinchè non si accontentino del livello bestiale ma possano raggiungere la conoscenza, autonomamente dalla religione.

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    1. così è rimasta una chiara idea dell’immagine che possedevano gli umanisti.

      BUONA SINTESI ! 8

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