giovedì 20 settembre 2012

-Differenze e analogie "Il deserto dei tartari" e "I demoni del deserto"




35 commenti:

  1. Kristian G.

    Il deserto risulta essere non solo punto di raccordo tra il romanzo di Zarmandili e di Buzzati, o semplice sfondo di realtà diverse, ma viene delineato da tratti tanto rilevanti da divenire personaggio attivo dei due racconti.
    Le principali differenze "naturalistiche" sono in realtà oscurate dal loro profondo senso allegorico, ovviamente funzionale al racconto.
    "Ero affascinato da quel mare di argilla, di concrezioni saline, di sabbia color ocra.." scrive Zarmandili; mentre, "Dal deserto del nord doveva giungere la loro fortuna, un'avventura, l'ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno.." scrive Buzzati. Quindi il deserto di Bam si ricopre di un allusione alle più profonde paure dell'uomo, come il deserto dei Tartari allude ad una mera speranza di guerra. Ed è da qui che risulta forse spontanea una concreta opposizione: mentre allo splendore del deserto di Bam si accostano i sentimenti di paura e di incertezza dell'uomo, all'asprezza del deserto dei Tartari si accosta la speranza di combattere, che è vista come fine ultimo del soldato.

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    1. Un'allusione
      Perché dici che per Buzzati è speranza di guerra...non corrisponde di più all'interminabile attesa che è, a volte, la vita? Per Zarmandili il deserto è vivo di memoria storica e spirituale, quindi non luogo di paure.

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  2. Andrea R.
    In queste righe metto a confronto le descrizioni che i due autori ci forniscono in “Deserto dei tartari” di Dino Buzzati e in “Demoni del deserto” di Bijan Zarmandili, del deserto. In entrambi i libri è evidente come il deserto abbia un importanza di rilievo non solo nel semplice svolgimento dei fatti ma anche per quanto riguarda l’interazione con i personaggi. Da un punto di vista della conformazione paesaggistica le caratteristiche dei due deserti sono molto differenti;nel “Deserto dei Tartari” si fa riferimento ad una distesa di rocce, ad un paesaggio brullo costituito da sassi, costeggiato da montagne, che termina dove le nubi non permettono più di vedere oltre. Si tratta di un luogo inabitato ed inospitale oltre la quale nessuno da molti anni si sia mai spinto,e sulla quale rapidamente e raramente si spingono gruppi di nomadi ; in “Demoni del Deserto” invece Bijan Zarmandili ci fornisce una descrizione molto differente: egli parla di dune di sabbia ridisegnate dal vento che soffiava “..anche il deserto si lasciava mutare dal vento, dalle tempeste e dall’aria immobile. La sabbia si trasformava in onde..” e di dune abitate da rettili ed insetti che l’autore si appresta a fotografare, ma anche dai jiin. Il suolo del deserto è solcato quotidianamente da carovane di uomini e cammelli,riconosciti anche a distanza dal suonare dei campanelli. Entrambi i deserti furono un tempo oggetto di contesa e luogo di conflitti militari, dove i guerrieri si fronteggiavano e spargevano il loro sangue ingolositi nel primo libro dal conquistare una delle fortezze più prestigiose del tempo, e nel secondo dal fascino del deserto e dall’ingresso alla città di Bam. Da un punto di vista più spirituale, entrambi i deserti non sono dei semplici paesaggi, ma hanno un ruolo funzionale all’interno del testo: nel “Deserto dei tartari” la distesa è la speranza di uomini che consumano i propri giorni tutti uguali aspettando all’orizzonte i nemici e finalmente la battaglia, l’unico avvenimento che potrebbe ripagare il servizio militare reso e dare senso quindi alla loro vita al forte. In “Demoni del deserto” invece il fascino del deserto racchiude le riflessioni dell’uomo, fino a diventare paure.

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  3. Riccardo D'Arch. IV M
    “Pur sapendo che si trattava di leggende ,attribuivo al deserto poteri arcani e segreti. Lo usavo come un palcoscenico per le mie fantasie sul passato e sulla storia della mia città”…Parole di Bijan Zarmandilii presenti nel libro I DEMONI DEL DESERTO.
    Questa è una citazione che racchiude in sé un significato molto profondo ; l’autore vuole assegnare al deserto il ruolo di protagonista , coinvolgendolo nei sentimenti umani . Infatti Soltani trova nel deserto la figura di un amico dove poter navigare nella fantasia e nei ricordi ormai persi . La perdità è un sinonimo di vuoto …questo aggettivo viene riflesso in modo spettacolare nel deserto mettendo in mostra tutte le caratteristiche di questo paesaggio arido ma che preserva emozioni e sentimenti indescrivibili con la presenza indiscussa della paura che purtroppo anche ‘essa fa da padrone in un racconto affascinante come questo.
    Decisamente diverso è il ruolo che ha il deserto nel libro “il deserto dei tartari” infatti l’autore Dino Buzzati vuole dare al deserto un immagine molto più accattivante rispetto a quello di zarmandilii. Subito la descrizione appare diversa , molto più degradata rispetto al precedente. Buzzati lo rende come un luogo statico …immenso dove chi vi abita (in questo caso i soldati) sono rinchiusi e imprigionati in un luogo così grande nell’attesa di un avvenimento improbabile e desolante…LA GUERRA.

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    1. la figura di un amico con il quale poter navigare...
      Un'immagine
      in che senso l'immagine di buzzati è più accattivante...se poi dici che è degradata come può essere accattivante che vuol dire affascinante??? Puoi certo dire che in Buzzati il deserto è amplificato, ossessivo rispetto a Zarmandili, perché nel primo è materializzazione dell'angoscia dell'attesa.

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  4. CAMILLA M.
    Il deserto rappresenta il suggestivo paesaggio che funge da ambientazione a entrambi i romanzi, sebbene la sua funzione allegorica sia alquanto differente tra i due: mentre nel “Deserto dei Tartari”, oltre che uno scenario di guerra, esso ospita il perenne ciclo di attesa, speranza, delusione e rassegnazione degli ufficiali della Fortezza, ne “I demoni del deserto” rappresenta un luogo carico di dolore, paura, ansia, timori e ricordi. Benché entrambi i protagonisti siano alla ricerca di qualcosa nel deserto, la differenza sta proprio nella condizione e nella situazione di ciò che lo circonda, che è immobile e quasi statica nel caso del primo romanzo, in cui gli ufficiali attendono impazienti che qualcosa accada, e avventurosa e dinamica ne “I demoni del deserto”, dove Agha Soltani si muove disperatamente alla ricerca della sua nipotina. Oltre a ciò, la struttura naturalistica dei due deserti è completamente diversa perché, mentre nel primo romanzo il deserto costituisce un insieme di rocce e montagne, nebbia e sabbia – un luogo nel quale nessuno si sia mai diretto a vivere – quello de “I demoni del deserto”, prima del terremoto, ospita carovane di animali, una popolazione nonché la città di Bam, a quel tempo ricca di vita.
    L'analogia principale riguarda invece la meraviglia e lo stupore che entrambi i protagonisti provano guardando il deserto. Agha Soltani narrando i miti legati ad esso e descrivendolo come teatro di sogni e fantasie, un luogo misterioso “che abbraccia lo stesso mistero del mare, la stessa quiete ma anche le stesse turbolenze”. Drogo, facendo sì che spesso la montagna diventi personaggio, la sua compagna, la sua più mirabile visione, la sua consolazione dall'attesa che lo tormenta continuamente, in quanto fonte della discesa degli attesi nemici.

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  5. ANDREA CARDARELLI
    Nei libri "I Demoni del Deserto" e "Il Deserto dei Tartari" gli autori attribuiscono al deserto un ruolo fondamentale: è lo sfondo attorno al quale ruota lo svolgimento del racconto e al medesimo tempo assume un'importanza rilevante per i personaggi.
    Per quanto riguarda le caratteristiche fisiche, Bijan Zarmandili descrive il deserto come un luogo triste, semplice, caratterizzato da dune di sabbia che nel corso del tempo sono modificate dal vento; Dino Buzzati invece lo descrive come un paesaggio ruvido, roccioso, delimitato da montagne e avvolto da una nebbia che impedisce la visione del panorama (orizzonte).
    Dal punto di vista funzionale, il Deserto di Bam costituisce luogo di riflessione profonda che libera e scatena le ansie e le paure dell'uomo, mentre il Deserto dei Tartari rappresenta il nulla, dove il protagonista trascorre il tempo che il destino gli ha assegnato nell'attesa di un evento che possa dare un senso alla sua vita, la guerra.

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    1. Assume la dimensione di un personaggio !
      Per Zarmandili non è triste...è un luogo in cui perdersi, magico e infinito.

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  6. RUOLO DEL DESERTO.
    Semplice capire come la figura del deserto non rappresenti solo un paesaggio che fa da sfondo a storie fantastiche come quelle di Buzzati e Zarmandili. E’ sorprendente immaginare come due scrittori siano riusciti a delineare dei tratti tanto importanti da far divenire questa magica distesa di sabbia o roccia un elemento fondamentale per la narrazione del testo.
    Da un punto di vista naturalistico del paesaggio sappiamo alquanto poco poiché la descrizione del territorio viene meno alla funzione allegorica che diventa principale “protagonista” del libro. Buzzati descrive cosi il suo deserto:
    ” si fa riferimento ad una distesa di rocce, ad un paesaggio brullo costituito da sassi, costeggiato da montagne, che termina dove le nubi non permettono più di vedere oltre. Si tratta di un luogo disabitato e nel quale raramente si spingono gruppi di uomini; in “Demoni del Deserto” invece Bijan Zarmandili ci fornisce una descrizione diversa: egli parla di dune di sabbia ridisegnate dal vento che soffiava “..anche il deserto si lasciava mutare dal vento, dalle tempeste e dall’aria immobile.
    Nel Deserto di Zarmandili si nasconde un senso allegorico molto profondo, è difficile capire come il fascino del deserto racchiude in se le riflessioni dell’uomo, fino a trasformarle quasi in paura.. oltretutto si vede come il protagonista cerchi qualcosa in questo deserto..sfondo di sogni e fantasie.
    Arrivando a cioè che ci attrae di piu..Il deserto ha come funzione, scopo o dir si voglia, la rappresentazione “materiale” di un sogno umano, che descrive la caparbietà di un uomo che dimenticandosi della fugacità del tempo, del passaggio lento della sua gioventù.. aspetta in vano qualcosa che arriverà troppo tardi. Il deserto ironicamente si beffa di Drogo. E’ meraviglioso come questo paesaggio possa essere accostato al destino di uomo che crudo e veritiero che gli ride in faccia. Il ruolo del deserto inoltre da un’ idea di attesa, il continuo ricercare indizi nella distesa di sabbia rappresenta come la SPERANZA dell’uomo venga cercata..per dare un senso ad un’esistenza che forse senso non ne ha.

    Valerio A.

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    1. ...sabbia e rocce...
      un elemento....quasi un personaggio.
      così (con l'accento)
      verrebbe meno alla funzione allegorica che diventa preminente nel testo...
      In entrambe gli autori il deserto è specchio dell'anima...cosa vi cerca Agha Soltani??? cerca di rispondere alla domanda, così completi un pensiero che altrimenti resta indeterminato.
      Arrivando a ciò che ci attrae di più..???manca una frase di collegamento con ciò che segue..

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    2. Non hai messo del tutto a fuoco la differenza tra la relazione con il deserto di Soltani e di Drogo...per questo sei stato più esauriente.

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  7. Silvia V.
    Nei due romanzi il deserto riveste un ruolo fondamentale, tanto che possiamo definirlo come un vero e proprio protagonista dei racconti. Ne "I demoni del deserto", l’autore Bijan Zarmandili descrive questo particolare personaggio, come un’immensa distesa di sabbia color ocra sempre pronta a nuovi cambiamenti e rivoluzioni dovute soprattutto all’agire del vento; questa serie di cambiamenti lo rendono vivo come un autentico personaggio del racconto che partecipa alle vicende, emergendo talvolta come un amico, fonte di speranze per il protagonista Agha Soltani, ma talvolta come un nemico che distrugge in poco tempo tutte quelle certezze che gli aveva trasmesso. Contrariamente ne "il deserto dei tartari" di Dino Buzzati, questo personaggio assume un ruolo completamente diverso, le prime differenze si riscontrano proprio nella descrizione del luogo, in questo caso infatti ci appare un deserto di rocce, sassi e montagne, elementi statici e non più facilmente modellabili come la sabbia; già la semplice descrizione ci da l’idea di un luogo vuoto, privo di vita, emozioni e tempo. Nell’intero racconto il protagonista Drogo attende quasi con impazienza l’arrivo dei nemici proprio per dare vita a quel luogo desolato e monotono.

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    1. Chi è il deserto per Drogo...sei stata un po' sintetica....unisci le tue riflessioni a quelle di V.A. e riuscite a completare l'analisi ...(sempre che abbiate lo stesso punto di vista)

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  8. Riccardo D'Angelo

    I due libri “Il deserto dei tartari” e “I demoni del deserto” sviluppano le loro vicende intorno allo stesso scenario ambientale. Quest'ultimo, pero', assume caratteristiche e importanze drasticamente differenti nei due romanzi. Nel libro di Dino Buzzati, di fatto, il deserto ospita e amplifica i sentimenti di solitudine e angoscia dei personaggi ed è teatro delle immaginarie e della finale vicenda bellicosa fra i due eserciti.
    Differente è invece la descrizione del deserto nel romanzo di Bijan Zarmandili, che riesce a trovare delle “affinità paradossali tra il mare e il deserto”, che suscitano in lui un fascino positivamente misterioso. Al contrario di quello che circonda la fortezza, quest'ultimo è solcato dalle carovane di uomini e cammelli, e abitato da animali: lo scrittore ripercorre infatti i propri ricordi giovanili durante i quali si divertiva a fotografare i rettili, e presenta quindi un aspetto molto meno tetro e angosciante.
    Un fatto paradossale nel libro de “I demoni del deserto” riguarda il riferimento alla trama del “deserto dei tartari”. Secondo lo scrittore, Bijan Zarmandili, il nemico dei soldati della Fortezza è la loro decadenza, ed e' proprio quest'ultima che ha logorato anche la gente di Bam

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    1. ...ehi ...non mi ricordavo del tuo commento finale!!! bello bravo!!

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  9. Bijan Zarmandili e Dino Buzzati sembrerebbero due scrittori, e uomini, che non hanno molto in comune. Eppure entrambi hanno immerso i loro protagonisti in un arido e misterioso mare di sabbia. I due deserti, però, differiscono sotto diversi punti di vista. Il primo è il tipico deserto sabbioso e accarezza la città di Bam con le sue dune abitate dagli animali che il protagonista ama tanto fotografare. Il secondo, invece, circonda la fortezza con un'infinita distesa di squarci e crepe, che mai potrebbero ospitare alcuna forma di vita.
    L'uno è il deserto delle speranze, delle storie e delle leggende, capace di trasportarti in un mondo ormai passato, che riprende vita ogniqualvolta si osservano quelle dune. L'altro, carico di angoscia e delusione, racconta di guerre e battaglie ormai dimenticate, e illude sia il protagonista sia il lettore con delle illusioni che non potranno mai essere colmate.
    Il deserto di Zarmandili è un deserto benigno e rassicurante, mentre quello di Buzzati non è altro che la rappresentazione di un'attesa che non avrà mai fine.

    Giulia

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    1. ricordati che dal deserto viene la distruzione di Bam...diciamo che nonostante questo Soltani non riesce ad odiare a rifiutare il deserto!...ma va detto.

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  11. Mettendo a confronto il deserto descritto ne "Il Deserto dei Tartari" e quello de "I Demoni del Deserto" si possono notare varie differenze. In primo luogo sono diverse le descrizioni della conformazione del deserto stesso. Infatti nel libro di Buzzati questo viene descritto come una distesa desolata e sassosa, dove nessuno era mai passato precedentemente, eccetto i remoti avvistamenti dei Tartari; al contrario Zarmandili descrive il suo paesaggio come un "mare di argilla, di concrezioni saline, di sabbia color ocra", quindi immagina un deserto non più composto da rocce, ma da dune sabbiose. Importante è anche il differente ruolo che interpreta il deserto nei due libri: nel libro di Zarmandili il protagonista attribuisce al deserto stesso "poteri arcani e segreti", dove passare momenti di riflessione e preparare lezioni per i suoi allievi; differentemente Drogo, il protagonista di Buzzati, alla vista del deserto ammette di sentirsi "improvvisamente solo e la baldanza di soldato [...] di venir a mancare", delineando così un aspetto di solitudine e desolazione del paesaggio che lascia intrappolato il protagonista stesso in attesa di una guerra che forse mai arriverà.

    Alessandro Pasqui.

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  12. Martina Ponzo:

    Vediamo come nel libro di Buzzati è il deserto in tutte le sue componenti a tenere ancorato l’animo speranzoso dei soldati, quasi li illude tenendo vive ogni giorno le loro speranze: non è la voglia di combattere che li tiene incatenati in questo posto sconfinato, ma piuttosto lo scorrere stesso del tempo che sembra non passare mai, lento ed inesorabile scandisce una quotidianità ridondante in cui questi uomini cercano di cogliere bagliori di novità.
    Dall’altra parte il deserto di Bam tiene i suoi abitanti ancorati proprio perché li uccide.
    Il primo testo risulta simbolo di speranza mista ad illusione, nel secondo si vedono concretizzarsi paure e timori.
    Ancora il Deserto dei Tartari è desolato e disabitato, lo immagino roccioso e scosceso, quello di Bam è abitato e nella mia mente l’ho pensato piano e sabbioso, arido e polveroso.

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    1. ma nonostante tutto il deserto di Zarmandili è foriero di memoria...invece in Buzzati è il nulla sia rispetto al prima che al dopo. In Buzzati il deserto è circondato da nebbie che ostacolano la vista, sembra figura del vuoto della memoria e dell'impossibilità di realizzarsi nella vita, aperta sull'ignoto.

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  13. Bravi....per chi ha postato!!! gli altri??? mi interesserebbe leggere Bartoli, Poletti, Corarelli, lucchesini, Sangiovanni, Vergari...ecc

    A commento degli scritti...avete colto le differenze tra le funzioni diverse, bene!! ma poco sviluppata mi sembra la riflessione sulla identità di luoghi....BAM è scelta da Zurlini per ambientare il film..Vi sembra una scelta corretta? e poi lo stesso ambiente è descritto da Zarmandili che ne fa qualcosa di diverso. Come può uno stesso luogo risultare così profondamente diverso? Bisogna indagare sulle anime di chi vive i luoghi, il rapporto che si ha con essi (qualcuno ha accennato il tema ma non esaurito).
    ATTENTI ALL'ORTOGRAFIA gli apostrofi si usano anche on line...questione di Stile!!
    Qualche testo risulta di difficile decifrazione e contraddittorio : l'ultima parte di riccardo d'arch. e alcuni passaggi di Valerio.

    Comunque Bravi!!!ne riparliamo domani!

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  14. Tra le dune o le roccie, la vegetazione o in aridità si ramificano entrambe le storie di Drogo e Agha Soltani. Sostanziale differenza sta nel ruolo che il deserto “gioca” per i due: per il primo è sintomo di inspiegabile e insensata staticità, per il secondo è dinamismo accentuato da un’enorme forza di volontà di ricominciare. Al momento della scelta del tenente di “rimanere ancora un po’” per lui il deserto diventa il limite, la frontiera invalicabile, la sua fine. Per il nonno di Hakimè il deserto è un’odissea. Nonostante religiosamente parlando la sua forza e guida sia in Allah, nella realtà dei fatti (nella polvere dei passi e nel suo dolore), le componenti fondamentali durante il viaggio sono il coraggio e la tenacia. Dalle pagine trasuda la difficoltà di un uomo alle prese con la crudeltà, la maestosità (e la bellezza) della natura. Esiste nonostante tutto un’importantissima analogia: in tutti e due i casi il deserto è metafora di esistenza. L’esperienza di Drogo assume tutte le caratteristiche fisiche del deserto (aridità, piattezza, compostezza, rigidità), nella vita dell’anziano si ribaltano tutti questi aggettivi, lui sceglie il suo percorso, lui non è vittima indifesa degli eventi, lui riscatta il suo essere vivo quando la vita, il deserto, aveva cercato di togliergliela. Lui è vivo.

    chiedo umilmente perdono per il ritardo ma il modem è crudele peggio della natura.

    Ah, Marta :)

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  15. I romanzi “ Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati e “ I demoni del deserto” di Bijan Zarmandili sono entrambi incentrati sul ruolo del deserto.
    Infatti se pur con delle differenze, quello che solitamente funge da sfondo alla storia, ne diventa uno dei protagonisti: leggendo il romanzo di Zarmandili emerge infatti un forte legame tra Agha Soltani e il deserto stesso, luogo di profonda riflessione, così protettivo e distruttivo allo stesso tempo, che oltre ai ricordi, rievoca alla mente del protagonista paure, ansie e timori; ponendo così una particolare attenzione al lato più profondo e personale dell’ essere umano.
    Troviamo invece, nel romanzo di Buzzati, il deserto come simbolo di un’attesa continua, di un qualcosa che probabilmente non arriverà mai, nel caso specifico la guerra, ma che non per questo si smette di aspettare, perciò di una costante e angosciante ricerca che accomuna, chi più e chi meno, ogni essere umano.
    Inoltre vi è differenza anche nella descrizione fisica: se nel “I demoni del deserto” vi è un deserto di dune di sabbia nel “Deserto dei tartari” il paesaggio è costituito da rocce e rilievi montuosi.

    Sara Giancola.

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  16. Il deserto di Dino Buzzati è un luogo freddo, sterile e desolato il quale possiede però uno strano fascino che cattura chi lo guarda e lo imprigiona nella convinzione che continuando a fissare l’orizzonte prima o poi accadrà qualcosa. È un luogo che promette avvenimenti grandiosi ma nel quale non è mai accaduto nulla. È un panorama ostile, dal quale solo il male dell’ondata tartara può giungere, eppure questo male per Drogo è un bene è ciò che lui aspetta da tutta una vita e lo scopo di questa e quindi un paesaggio amato. Un luogo che il protagonista impara a considerare come casa.
    Per Agha Soltani il deserto è la sua casa, il luogo nel quale si sente più vicino al suo Dio, Allah; un luogo pieno di storia, origine di molti avvenimenti significativi per la sua città; pieno di vita, di carovane di etnie diverse e di animali nascosti dal misterioso fascino, da osservare, fotografare e far conoscere, come le bellezze della sua Bam. È popolato dai jinn, spiriti dispettosi ma benevoli, che proteggono i suoi abitanti. È un luogo dal quale possono venire cose buone, come il vento che porta pace e prosperità, o cattive come quello che porta distruzione. Agha Soltani, come Drogo fa del deserto lo scenario delle sue fantasie, ma diversamente da questi all’improvviso si ritrova a dover abbandonare la sua casa a causa del terremoto, venuto dal deserto, che la ha distrutta e le dune gli sembrano improvvisamente nemiche.
    Azzurra

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  17. Alessio Vergari

    Il deserto oltre ad essere oggetto di scrittura per entrambi gli autori dei due romanzi in considerazione e' anche la chiave di lettura degli stessi assumendo un ruolo di spicco e grande significato all interno del testo. Nel romanzo di dino buzzati il deserto e' motivo di speranza, attesa, ottimismo, aspettativa e desiderio che finiscono per uccidere l animo dei soldati che consumano i loro giorni smarrendo il vero valore della vita attraverso un binocolo nell invano tentativo di fare la guerra: l autore utilizza dunque l allegoria del deserto legato alla condizione del tempo per esprimere l idea della fugacita della vita che non offre la possibilita di fermarsi e tornare indietro ma tutti gli uomini sono trascinati nel lento fiume dell esistenza e devono cercare di dare un senso alle proprie azioni e al proprio destino. Nel secondo romanzo di bijan zarmamdilii il fascino del racconto e' sicuramente accentuato dalla presenza del deserto che diventa un paesaggio dell anima nel quale e' facile comprendere le riflessoni dell uomo e un richiamo ai sentimenti di paura, ansia e insicurezza.

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  18. Si potrebbe dire che in entrambi i romanzi il deserto, oltre ad essere il teatro sul quale palcoscenico si sviluppano i fatti è, soprattutto, una delle figure principali, sebbene le concezioni che i due autori ne hanno e cercano di trasmettere siano quasi agli antipodi. Bijan Zarmandili, essendo iraniano, sembra avere molto a cuore gli ambienti che descrive e ciò emerge dall'immancabile padronanza e sicurezza che ha nel trattarli; di essi non è messa in luce la solita aria di pace e tranquillità ch'è ormai parte dell'immaginario collettivo, bensì l'autore ne evidenzia vivacità e ricchezza. Il deserto di Buzzati invece è cupo e "morto" e proprio come in più giorni consecutivi di gioia e spensieratezza si attende il disastroso avvenimento che ne romperà l'equilibrio, così chi lo osserva rimane ancorato alla remota possibilità che un luogo a tal punto desolato deve nascondere misteriosi segreti e potrebbe mostrarli da un momento all'altro. Ambedue i protagonisti rassomigliano a tal punto al paesaggio in cui sono inseriti che si fondono con esso fino ad essere un tutt'uno , gli uni lo specchio dell'altro: l'anziano maestro , il quale si sentiva di aver esaurito la sua crescita, sia dal punto di vista fisico che da quello spirituale, capirà che non si smette mai di crescere e "deciderà" di farsi sconvolgere e maturare da questo viaggio, man mano che va consumandosi,proprio allo stesso modo in cui anche un ambiente desertico, nella sua staticità,può essere devastato da un improvviso terremoto; analogamente il tenente Drogo non sarà parte integrante della sua vita ma spettatore. Non se la godrà, non la cercherà, ipnotizzato dalla vacua speranza che sia lei ad agire e a renderlo partecipe; la tanto attesa guerra, celata nell'oscuro deserto è la sua ragione di vita, n'è convinto e mentre l'aspetta lascia distratto che il tempo scorra. Dopo anni finalmente essa giunge ma il tenente,in fin di vita, dovrà sforzarsi a capire che non può prendervi parte.
    Due grandi lezioni di vita, non c'è che dire :D, Chiara

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  19. Federico Corarelli:

    Il deserto è il luogo all'interno del quale prendono vita le trame dei libri "Il deserto dei Tartari" ed "i demoni del deserto".
    Data l'importanza che questo luogo conferisce ai due racconti non lo si puo certo definire un semplice scenario,ma un vero e proprio protagonista capace di interagire a livello emotivo con le persone e far si che queste esprimano sentimenti grazie a lui.
    Il deserto pur essendo lo scenario di entrambi i romanzi,viene usato in maniera radicalmente diversa dai due autori,che gli attribuiscono un ruolo differente.Infatti il deserto di Zarmandili è un deserto piu umano e geograficamente piu dolce dove le dune sono frequentate piu assiduamente dalle carovane.
    È proprio dietro questa distesa sabbiosa ,caratterizzata dall'arrivo dei venti che ne deformano i lineamenti che si celano i pensieri e le paure di un uomo,il quale davanti a se vede solo un destino incerto.Dall'altra parte abbiamo un tipo di deserto più arido che presenta tratti rocciosi,dove sono polere e nubi a farla da padrone;un posto che data la presenza di una fortezza si delinea come uno scenario bellico.L'orizzonte sembra delinearsi come una linea che divide la fortezza difensiva da un possibile quanto sperato attacco nemico.

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